I social, al giorno d'oggi, mormorano, esattamente come un secolo fa faceva il Piave in ben altri contesi. L'umore di una intera tifoseria calcistica del 2017, di una specifica popolazione sportiva moderna e connessa è presto monitorabile. I temi all'ordine del giorno, sui profili Facebook con relativi gruppi organizzati e su twitter rossoneri, ad esempio sono chiaramente e soprattutto due: doha e Tacconi.
Che è successo dopo Doha?
I tifosi del Milan, nella loro faziosità e parzialità che è il comune denominatore di tutte le tifoserie, tirano le somme e scoprono, a torto o a ragione, come semplice limite temporale, che dopo Doha gli episodi arbitrali legati al Milan sono esponenzialmente aumentati, e molto più contro che a favore.
Si va dai 2 rigori negati ad Abate e Bonaventura in Torino-Milan alla mancata espulsione di De Paul a Udine che poi realizza il gol della vittoria, dalle due espulsioni di Bologna al rigore contro fischiato in Lazio-Milan, dal gol in fuorigioco della Fiorentina (e al quasi gol milanista di Bacca e Deulofeu fermati per fuorigioco inesistente) al rigore assegnato al Chievo in una azione nella quale non esiste nessuna scorrettezza rossonera mentre erano due i giocatori veronesi in fuorigioco. Fino al celeberrimo Juventus-Milan a Torino. La tesi, spavalda, ardita, dei tifosi rossoneri è quella di una sorta di penalizzazione post Doha. In realtà non esiste nessun tipo di collegamento fra la Supercoppa vinta dal Milan e gli episodi successivi, non è minimamente sostenibile una sorta di "punizione" al Milan per delitto di lesa maestà.
Ma, nel frattempo, sul tema, i malumori dei tifosi rossoneri non tendono a diminuire.
Donnarumma: ancora Tacconi
Infine, sembra averci preso davvero gusto. Stefano Tacconi, la sfortunata Cassandra degli elicotteri del primo Milan berlusconiano del 1986 che sarebbero dovuto servire per "scappare dopo le sconfitte". L'ex portiere juventino nelle sue ultime dichiarazioni, ha mancato di rispetto alla maglia del Milan ("Chi se ne frega di quella maglia") e ha dipinto Gianluigi Donnarumma come un semplice guitto nelle mani del suo procuratore ("Decide Raiola e solo Raiola").
In questo caso però, anche i profili social dai colori rossoneri sanno bene, al netto del fastidio per dichiarazioni su Donnarumma già della Juventus, che quello di Tacconi non è certo il miglior modo per invogliare Donnarumma ad accettare le avances bianconere.