La lazio risolleva parzialmente il bilancio del calcio italiano in questa tornata di coppe europee: in una cornice, quella dello stadio Olimpico, degna delle grandi occasioni, gli uomini di Simone Inzaghi mettono più di un piede nelle semifinali di Europa League, con una netta vittoria ai danni del red bull Salisburgo, mostrando un dominio tecnico e caratteriale che va ben oltre il 4-2 finale.

Nessuna sorpresa nell'undici iniziale di entrambe le squadre. I primissimi minuti evidenziano subito l'ottimo possesso palla degli ospiti (forti di un impressionante ruolino di marcia in Europa League: imbattuti e un solo gol subito), mentre la Lazio risponde con il consueto pressing alto, corale e asfissiante.

La prima svolta del match arriva dopo 8 minuti: sul cross basso di Basta irrompe Lulic che piazza di prima intenzione sul palo lontano. Sembra l'inizio di una gara tutta in discesa, ed effettivamente gli ospiti non si affacciano quasi mai in maniera pericolosa dalle parti di Strakosha. Al 24', però, su un cross innocuo proveniente dalla fascia destra, Basta esagera nel difendere la posizione, colpendo Dabbur con una manata in pieno volto: non sembra un contatto tale da giustificare un calcio di rigore, ma nonostante ciò, dopo qualche secondo di esitazione, il penalty viene concesso dal direttore di gara Hategan fra le vibranti proteste di Inzaghi e dei giocatori in campo. Dal dischetto Berisha non sbaglia: 1-1.

I biancocelesti trovano altri motivi di recriminazione al 32', quando De Vrij viene trattenuto e atterrato in area da Ramalho sugli sviluppi di un cross da calcio piazzato: in questo caso non viene ravvisata nessuna irregolarità, ma i replay evidenziano la trattenuta sul centrale olandese. Il primo tempo termina con altre proteste dei padroni di casa per un nuovo contatto sospetto tra Luis Alberto e il "solito" Ramalho, con Inzaghi costretto ad allontanare fisicamente i suoi dall'arbitro e dal campo.

Lazio sugli scudi nella ripresa

Nell'intervallo monta la rabbia dei giocatori della Lazio, che all'inizio della ripresa partono di nuovo forte: dopo soli 4 minuti arriva il raddoppio con un'azione fotocopia del gol di Lulic: cross basso di Luis Alberto e inserimento letale di Parolo che trova l'angolino più lontano con un sontuoso colpo di tacco.

Il Salisburgo risponde, conservando la qualità nel palleggio evidenziata già dai primi minuti, seppur continuando a trovare con molta fatica le conclusioni verso la porta: la prima parata vera di Strakosha arriva, infatti, quasi allo scoccare dell'ora di gioco, quando il portiere albanese va a neutralizzare un insidioso diagonale di Ulmer.

I biancocelesti continuano ad essere più pericolosi, pressano tanto e Inzaghi deve iniziare a far rifiatare qualcuno: al 65' entrano Patric e Felipe Anderson al posto di Basta e Luis Alberto, con quest'ultimo che non la prende bene (per usare un eufemismo).

Cambia anche Rose, tecnico tedesco del Salisburgo, e fa le scelte giuste: al 71' entra il giapponese Minamino che, al primo pallone toccato, buca la difesa laziale e batte Strakosha.

Ancora una volta tutto da rifare per i padroni di casa, che nell'ultimo quarto d'ora gettano il cuore oltre l'ostacolo.

Il pari austriaco dura, infatti, poco più di 180 secondi, quando Felipe Anderson prende palla sulla trequarti e con una incredibile progressione in solitaria spacca in due la difesa ospite, si presenta a tu per tu con Walke e lo batte con freddezza sul primo palo: 3-2. Sulle ali dell'entusiasmo, sale in cattedra l'uomo di maggior esperienza internazionale nella rosa laziale: Lucas Leiva, con uno dei suoi proverbiali recuperi a metà campo, porta palla fino al limite dell'area e innesca Immobile, che con un tocco beffardo sotto le gambe del portiere serve il poker; la curva Nord esplode, Inzaghi impazzisce.

L'ultimo sussulto lo regala Patric, che in pieno recupero spedisce a lato di una manciata di centimetri il diagonale del trionfo.

Finisce così il primo atto di questa sfida: la Lazio avrebbe meritato di chiudere il discorso già ieri sera per livello di gioco e occasioni create, ma i due gol segnati in trasferta danno ancora qualche speranza agli austriaci in vista del ritorno.

Pienamente rispettato il fattore campo anche negli altri incontri della serata: le principali candidate alla vittoria finale, Arsenal e Atletico Madrid, battono rispettivamente Cska Mosca e Sporting Lisbona (4-1 e 2-0), ipotecando le semifinali. Ancora aperta, invece, la questione fra Lipsia e Marsiglia: l'1-0 per i tedeschi firmato Werner rimanda ogni discorso alla gara di ritorno.