La Juventus con Cristiano Ronaldo avrà anche messo a segno il colpo del secolo (lo è sicuramente nel XXI secolo, ma non lo è, se paragonato ad altre operazioni di Calciomercato del secolo scorso), ma l'Inter è la squadra che storicamente, in un arco di tempo lungo settant'anni, è stata protagonista in Italia di parecchie delle trattative più clamorose di sempre. Possiamo ben dire che, se si escludono gli arrivi di Zico e Maradona, rispettivamente all'Udinese ed al Napoli negli '80, la società nerazzurra ha davvero trattato un numero incredibile di fuoriclasse che hanno scritto la storia del calcio.
Trattato e, in certi casi e per motivazioni diverse, non acquistato. Perché se è vero che gente come Suarez, Rummenigge o Ronaldo hanno vestito la maglia della Beneamata, sono stati sul punto di farlo anche Eusebio, Beckenbauer, Platini e Falcao. Ai giorni nostri, stando all'ultimo tormentone di questa esaltante estate di calciomercato, potrebbe farlo anche Luka Modric ed i tifosi sperano che il fuoriclasse croato rientri nella prima categoria, quella dei giocatori che la casacca nerazzurra la indossano davvero.
Acquisti stratosferici dal dopoguerra al boom economico
La nostra lunga storia a spasso nel tempo inizia nel 1948, in un'Italia che risente ancora del disastro bellico. L'Inter è di proprietà di Carlo Masseroni e l'imprenditore milanese vive una vera ossessione, perché vuole una squadra che sia in grado di competere per lo scudetto contro il Grande Torino.
Così nell'estate del '48 mette a segno un colpo di mercato sensazionale, a Milano arriva l'ottavo re di Roma, Amedeo Amadei, acquistato dalla Roma per la cifra assolutamente siderale, a quell'epoca, di 40 milioni di lire. In nerazzurro giunge anche un attaccante semisconosciuto, l'apolide Istvan Nyers. L'Inter però non riuscirà a strappare lo scudetto allo squadrone granata, la cui parabola calcistica si interromperà tragicamente a Superga nel 1949.
Nell'estate del 1950 Masseroni ci riprova con un altro acquisto milionario: arriva all'Inter il promettente svedese Lennart Skoglund e, per vincere la concorrenza dei brasiliani del San Paolo, vengono messi sul piatto addirittura 100 milioni di vecchie lire: gli scudetti, però, arriveranno negli anni successivi, con la doppietta nelle stagioni 1953/53 e 1953/54.
Masseroni cederà il testimone ad Angelo Moratti nel 1955 ed il nuovo patron mette a segno il suo colpaccio nell'estate del 1961, quando dal Barcellona arriva il regista Luis Suarez che l'anno prima era stato premiato con il Pallone d'Oro: costo totale dell'operazione circa 300 milioni di lire. Lo spagnolo sarà il faro di centrocampo della Grande Inter di Helenio Herrera che vincerà tutto.
I colpi del ragionier Ernesto
Corre il 1984 quando l'Inter passa dalle mani di Ivanoe Fraizzoli a quelle di Ernesto Pellegrini ed il biglietto da visita del nuovo presidente è fantastico. A pochi mesi dal suo insediamento, infatti, il nuovo patron annuncia l'acquisto di Karl-Heinz Rummenigge dal Bayern per la cifra di 10 miliardi di lire.
All'epoca Kalle è tra i più forti attaccanti del pianeta, ma le stagioni del tedesco a Milano, pur non deludenti, saranno caratterizzate da frequenti problemi fisici. Il ragionier Ernesto sarà più fortunato con i successivi tedeschi: nell'estate del 1988 l'Inter acquista Lothar Matthaeus costato poco più di 5 miliardi e 600 milioni di lire e con lui arriva, sempre dal Bayern, anche Andreas Brehme per meno di 2 miliardi: considerato il rendimento dei due giocatori che porteranno all'Inter uno scudetto da record ed una Coppa Uefa, fu davvero un affarone, probabilmente nel rapporto qualità-prezzo è il migliore di sempre della ultracentenaria storia nerazzurra. Nella gestione Pellegrini ci sarà anche un altro incredibile doppio colpo qualche anno dopo, siamo nel 1993: l'Inter acquista dall'Ajax il talentuoso attaccante Dennis Bergkamp, cercato da mezza Europa, e con lui arriva anche il centrocampista Wim Jonk, costo complessivo dell'operazione 28 miliardi.
Purtroppo non saranno soldi ben spesi, il duo olandese fallirà l'esperienza italiana.
Ronaldo riscrive la storia del calciomercato
La gestione di Massimo Moratti è densa di vicende intricate di calciomercato e meriterebbe un capitolo a parte, nel bene e nel male, ma ovviamente il capolavoro è l'acquisto di Ronaldo nel 1997. Il brasiliano cambia la storia del calciomercato, è infatti il primo giocatore protagonista di un trasferimento dietro pagamento di una clausola rescissoria, valutata all'epoca 48 miliardi di lire. L'Inter fu protagonista di un lunghissimo braccio di ferro con il Barcellona che venne infine deciso dalla FIFA, considerato che la clausola non era considerata valida per l'estero e ciò costrinse il club nerazzurro a pagare un ulteriore indennizzo al club catalano.
Ancora più colossale l'esborso che porterà Christian Vieri in nerazzurro nel giugno del 1999, l'attaccante viene acquistato dalla Lazio per complessivi 90 miliardi (69 miliardi più il cartellino di Simeone, valutato 21). L'Inter di quell'epoca è spendacciona, ma non vince nulla, tanto da alimentare una serie interminabile di leggende metropolitane. I nerazzurri si rifaranno ampiamente nella seconda metà degli anni 2000 quando torneranno sul tetto d'Italia e d'Europa ed in questo periodo viene messa a segno un'operazione in uscita che, alla luce di come andarono le cose, rasenta la perfezione: la cessione di Zlatan Ibrahimovic al Barcellona nel 2009 per 66 milioni di euro (46 milioni più Samuel Eto'o che si trasferisce all'Inter ed è valutato 20 milioni).
Acquisti sfumati: la 'pantera nera' ed il 'Kaiser'
Ai grandi fuoriclasse che hanno vestito la maglia dell'Inter, ne vanno aggiunti altri, altrettanto grandi, che avrebbero potuto indossarla. Nel 1966, la gestione di Angelo Moratti porta a Milano addirittura Eusebio, stella del Benfica, accordo raggiunto sulla base di 500 milioni di lire e definisce l'acquisto di un promettente difensore tedesco, Franz Beckenbauer, allora 20enne ed ancora quasi sconosciuto, per il cui acquisto vengono stanziati 900 mila marchi. Il disastroso Mondiale del 1966, però, spingerà la FIGC a chiudere le frontiere: niente più acquisti dall'estero, ragion per cui la 'pantera nera' ed il futuro 'Kaiser' non verranno ma in Italia.
Lo strano caso di Le Roy Michel
Le frontiere sono ancora chiuse, ma i rumors indicano una pronta riapertura a partire dalla stagione 1979/80. Così l'allora presidente dell'Inter, Ivanoe Fraizzoli, con l'obiettivo di anticipare i tempi, mette le mani sul grande talento del calcio francese, Michel Platini. Nel 1978 il fuoriclasse transalpino firma un pre-contratto di tre anni e gli viene riconosciuto un ingaggio di 250 milioni. Tuttavia le frontiere resteranno chiuse ancora per un'altra stagione, la società milanese non può tesserare il giocatore che, dunque, si trasferisce dal Nancy al Saint Etienne. Quando nell'estate del 1980 viene dato il bene placet dalla FIGC per almeno un acquisto dall'estero, Platini è sotto contratto con un'altra squadra e Fraizzoli non può far valere i diritti di un pre-contratto decisamente 'non in regola', dunque dirotta le sue attenzioni sull'austriaco Herbert Prohaska.
Nel 1982 c'è il blitz della Juventus, tuttavia Platini chiama l'Inter intenzionato a rispettare l'impegno preso quattro anni prima: Fraizzoli, a causa di una serie di informazioni allarmanti circa le condizioni fisiche del francese che qualche anno prima aveva subito un serio infortunio, gli preferisce il tedesco Hansi Muller. Platini andrà dunque alla Juve e si trasformerà in un colpaccio bianconero su assist interista, ironia del destino.
Falcao all'Inter stoppato da Andreotti
Un'altra vicenda di mercato diventata, nel tempo, una vera leggenda metropolitana è quella del 1983 legata a Paulo Roberto Falcao. Il protagonista è sempre Ivanoe Fraizzoli che, grazie al grande talento da dirigente di Sandro Mazzola, riesce a convincere il brasiliano, fresco dello storico scudetto appena conquistato con la Roma, a trasferirsi all'Inter.
L'accordo è stato già raggiunto, Falcao si trova in vacanza in Brasile e parla già da ex romanista. Il presidentissimo giallorosso, Dino Viola, piomba nello sconforto: come farà a spiegare ai tifosi la cessione dell'uomo-simbolo della squadra campione d'Italia? L'appello viene raccolto da uno dei tifosi romanisti più illustri, l'onorevole Giulio Andreotti. Il leader della DC prima 'sguinzaglia' il suo fidato braccio destro: Franco Evangelisti contatta addirittura Donna Azise, la mamma di Falcao, convincendola sull'opportunità che il figlio rimanga a Roma perché “anche il Papa ne sarebbe felice”. La signora, religiosissima, chiama il celebre figlio: “Non vorrai mica dare un dispiacere al Santo Padre”.
Poi Andreotti in persona chiama Fraizzoli ed il colloquio è piuttosto cordiale. Quando però l'onorevole punta l'attenzione sull'attività imprenditoriale del presidente dell'Inter e sui capi d'abbigliamento da lui prodotti, molti dei quali forniscono i ministeri, il patron nerazzurro 'sbianca' letteralmente. Chiusa la telefonata, chiama Mazzola e gli ordina di stracciare il contratto con Falcao. L'Inter acquisterà poi il belga Ludo Coeck. Negli anni a venire, lo stesso Andreotti che ha sempre mantenuto il silenzio su ben altre querelle che lo avrebbero visto protagonista, ammetterà in questo caso il suo 'zampino'. “La faccenda andava risolta e, dunque, mi sono intromesso”, dirà il decano della politica italiana.