Ieri è stato il compleanno di uno dei giocatori più forti e rappresentativi della storia del calcio italiano e mondiale: parliamo ovviamente di Francesco Totti, che in occasione del suo 42esimo compleanno, ha deciso di lanciare la sua autobiografia, scritta dal giornalista di Sky Sport Paolo Condò. Lo stesso giornalista conferma non era intenzione di Totti quella di fare un elenco di vittorie ma il fine di questo autobiografia è "..raccontare il lato umano un personaggio unico...". Ovviamente già prima della presentazione e del lancio del libro, sono arrivate le prime indiscrezioni sugli argomenti trattati, e su tutte spicca la lite con Spalletti e le critiche di Totti a tutta la dirigenza per il fatto che lo hanno spinto a smettere, quando tale decisione doveva essere presa direttamente dal giocatore.

In questo articolo però vogliamo parlare dei tre momenti in cui Totti ha "rischiato" di lasciare la Roma, ovviamente raccontati sulla suo libro.

A 12 anni Braida vuole portare Totti al Milan

A fine anni '80, il Milan è uno dei club più forti al mondo, con Berlusconi che investe molto non solo per la prima squadra ma anche per il vivaio: Ariedo Braida, uno dei dirigenti del Milan, si presenta a casa Totti per presentare un'offerta a tutta la famiglia, con la possibilità per Francesco di studiare a Milano. L'offerta per il ragazzo e per la Lodigiani è notevole: si parla di 150 milioni di lire per la sua famiglia ed altrettanti per la Lodigiani, squadra in cui giocava Totti. Ma dopo un'attenta riflessione la famiglia decise di restare a Roma.

Altro momento topico della carriera di Totti è il corteggiamento del Real Madrid, ricca dei campioni e guidata dai vari Beckham. Figo e Zidane. Il presidente del Real Madrid lo avrebbe voluto nella sua squadra ma l'amore verso la Roma lo portarono a restare nella Capitale.

Il difficile rapporto con Luciano Spalletti

Il terzo momento più difficile della carriera calcistica di Francesco Totti con la Roma è il rapporto con Luciano Spalletti, soprattutto a fine carriera, reo secondo l'ex giocatore della Roma di averlo gestito nella maniera sbagliata, con poco rispetto, soprattutto davanti ai suoi compagni di squadra.

Un rapporto teso, che ha rischiato di finire in rissa a Bergamo. Francesco Totti con questo libro ha quindi sottolineato come la proprietà americana stia gestendo male una società importante come la Roma. La nomina di Baldini come consigliere di Pallotta ha sicuramente peggiorato la situazione, considerato che Totti è un dirigente e che i rapporti tra il direttore toscano e l'ex capitano della Roma non sono ideali.