7 lunghi mesi, tale è il periodo ormai trascorso da quel tragico 4 marzo in cui l'annuncio della morte di davide astori fece il giro delle reti nazionali e successivamente dell'intero globo. 7 mesi rappresentano un lasso temporale troppo breve per chi, alle prese con il ricordo di quel giorno ed in continua lotta con quel dolore difficile da attenuare, è alle prese con la presenza di coscienza delle veridicità dell'accaduto. Impossibile accettarlo per Francesca Fioretti, moglie dell'eterno capitano viola, e per i calciatori della Fiorentina, legati da un profondo spirito di riluttanza all'idea che Davide non c'è più e da una resistenza impegnata a rendere ancora concreta la sua esistenza.
Ultima testimonianza di questa indole è stata l'esultanza di Biraghi che ieri ha rievocato il numero di maglia del proprio capitano in seguito al gol vittoria segnato contro la Polonia durante la gara valevole per la Nations League. Il terzino viola, a fine partita, ha poi motivato il suo gesto ricordando quanto gli insegnamenti del capitano viola abbiano influito sulla sua crescita umana e professionale e sulla determinazione nel perseguire gli obiettivi.
Davide è ancora tra noi
Questo è il messaggio che Biraghi, ma anche Pezzella e Tomovic hanno voluto lanciare in seguito a un loro gol innalzando le proprie mani al cielo e formando il numero 13, quello del proprio capitano. Un leitmotiv quest'esultanza dei calciatori che hanno vissuto al fianco di Davide e che ancora oggi non mancano di rimarcare l'importanza della sua figura, non solo all'interno di Firenze, ma nell'intero mondo del calcio.
Un uomo discreto e disponibile e al contempo cosi tenace e determinato che non considerarlo come proprio punto di riferimento sarebbe stato un errore: per tale motivazione ciascun calciatore è spinto a dedicare a lui ogni gol, ogni singolo gesto compiuto sul rettangolo verde perché tutto ciò è frutto della vicinanza e degli insegnamenti della persona, prima che del calciatore, di Davide Astori.
La forza di andare avanti, nonostante tutto
Una donna bellissima, ma ancora straziata dal dolore. E’ questa l'immagine che si presenta agli occhi di Walter Veltroni, giornalista del Corriere della Sera autore dell'intervista a Francesca Fioretti, moglie di Davide. Alcun gesto simbolico, la dimostrazione del valore del capitano viola sta tutta nel silenzio di sua moglie e nei continui rimandi visivi a suo marito, all' uomo che aveva deciso di avere accanto per tutta la vita.
Le scatole contenenti le prime conversazioni fra i due, le foto dei bei momenti trascorsi insieme costellano l'intero spazio domestico di casa Astori, perché Francesca non vuole dimenticare e non vuole smettere di trarre forza da suo marito, cosi assente corporeamente ma cosi presente nella mente, nel cuore di chi lo amava e lo ama ancora. La signora Astori ha ribadito le proprie difficoltà nell'andare avanti, le proprie sensazioni di instabilità e solitudine, ma anche la contemporanea capacità di saper sopperire a tutto ciò ricavando la forza dagli insegnamenti impartiti dall'uomo della sua vita. Ha deciso di riprendere le proprie attività lavorative, di garantire a sua figlia una vita piacevole nonostante tutto, di vivere costruendo il futuro secondo le direttive di Davide, perché questi ancora vive.