Stamattina presso la sala conferenze del rettorato dell'Università degli studi della Campania 'Luigi Vanvitelli', si è tenuta una conferenza il cui tema principale è stato: la gestione del gruppo e delle risorse umane in un top club dagli anni novanta ad oggi. Ospite d'onore, il CT del Napoli, Carlo Ancelotti. Il Tecnico emiliano ha dichiarato che il gruppo può essere gestito in diversi modi: "Personalmente io credo che la gestione del gruppo in modo concreto, possa essere fatta in due modi, con la persuasione o con la percussione. Ma la persuasione credo sia la tecnica migliore.

Cercare di spingere un calciatore a fare qualcosa che non vuole fare è assolutamente inutile, tanto la farà male comunque, è quindi necessario cercare di portarlo a fare quella cosa attraverso altre vie. Un esempio che mi capita di fare spesso è quello del cavallo con la frusta e la carota, o gli si da una frustata o gli si da la carota, in entrambi i casi si otterrà una risposta, il cavallo si muoverà. Ma non è detto che il risultato sia il medesimo. Io ho sempre detto che i calciatori non sono degli esecutori, non gli si può dire cosa fare e loro subito eseguono, altrimenti sarebbero dei soldati. I soldati non decidono nulla, eseguono gli ordini imposti dal generale, ma i soldati fanno la guerra, non giocano a calcio.

I miei giocatori devono essere persuasi di ciò che fanno, se credono in loro stessi allora faranno bene senza il bisogno di usare la frusta.

Le domande dei tifosi

Come è possibile gestire la cattiva influenza dei tifosi sul calcio Italiano?

"Come ho detto tante volte, essendo un allenatore ho avuto la fortuna di viaggiare molto, e dopo aver passato 9 anni all'estero, posso dire quasi con assoluta certezza che queste cose li non succedono.

Ricordo palesemente gli eventi collegati ai tifosi inglesi, ma la storia ci insegna che dobbiamo imparare dai nostri errori per poterci migliorare. Io credo che si deve fare qualcosa, è assolutamente necessario prendere provvedimenti nei confronti di questi ignoranti maleducati, che dovrebbero fare un corso per acquistare senso civico e rispetto.

Insultare un ragazzo di 20 anni che gioca a calcio, un ragazzo che potrebbe essere loro figlio, è sintomo di assoluta ignoranza. Quando c'è un insulto razziale durante una partita, questa deve essere interrotta temporaneamente. Nel 2000 aspettammo 2 ore per condizioni climatiche avverse, credo che si possa tranquillamente aspettare 10 minuti".

Lei ha mai avuto giocatori che hanno remato contro di lei? Se si, come si è comportato?

"In realtà non credo di aver mai allenato giocatori che mi abbiano remato contro. Ma ovviamente non si può andare d'accordo con tutti, è impossibile. Quando si parla di calciatori, si parla di ragazzi, in quanto tali bisogna trattarli un po come figli, un po come professionisti.

Tutti i giocatori vogliono giocare, questo è normale, ma non sempre è possibile. Logicamente ci sono giocatori più forti ed altri meno forti, quindi scenderanno in campo quelli che sono più in forma o chi in allenamento stava meglio. Chiaramente ci sono dei talenti che devono sempre stare in campo, perché il genio può venir fuori all'improvviso. Spesso quelli che giocano poco perdono di mordente, di grinta, perciò è necessario spendere sempre buone parole per cercare di tranquillizzarli. L'importante è la credibilità, essere credibili senza però prendere in giro i calciatori, altrimenti ti mandano al diavolo".

Ancelotti ha poi concluso il suo intervento nella conferenza: "Per quanto riguarda il Napoli, abbiamo un gruppo vincente, un gruppo che può regalare delle belle soddisfazioni.

Sono stati fatti ottimi investimenti, c'è un gruppo giovane e sano. Sono tutti bravi ragazzi, professionali, che si gestiscono da soli, non mi permetto di mettere il naso nella loro vita privata. A parte i ritardatari che può succedere facciano tardi all'allenamento, questi si beccano una multa ma nulla di più, sempre se si tratti di casi isolati, altrimenti li ammazzo", dice ridendo il CT partenopeo.