Era il lontano 26 gennaio 1919 quando nacque Valentino Mazzola, autentica leggenda granata, considerato tra i più grandi numeri 10 della storia del calcio e, secondo alcuni, il miglior giocatore italiano di tutti i tempi. Ieri avrebbe compiuto 100 anni il fuoriclasse lombardo, capitano e simbolo del Grande Torino, squadra ritenuta unanimemente tra le più forti al mondo, che nella seconda metà degli anni '40 vinse cinque campionati. L'attaccante del Toro è stato anche capitano della nazionale italiana per un biennio.
Nella giornata di ieri, 26 gennaio, il popolo granata si è ritrovato allo Stadio Filadelfia per omaggiare il suo storico capitano con diverse iniziative, tra le quali il triangolare dei Pulcini 2008 tra Torino, Venezia e Inter.
La competizione è stata vinta dai bambini dell'Inter.
Mazzola torna in campo
Erano circa le ore 15:30 quando, accompagnato dal presidente Urbano Cairo e da Paolo Pulici, presentato dal popolare speaker e recordman Stefano Venneri, è entrato in campo con il numero 10 e la fascia da capitano Valentino Mazzola, pronipote della leggenda granata. Un momento emozionante per il bambino, per il patron e per tutti coloro che hanno assistito all'evento.
Le parole di Pulici
Anche Paolino Pulici ieri pomeriggio era al Filadelfia nel giorno del 100esimo compleanno del capitano Valentino Mazzola: "Un episodio che mi è rimasto nel cuore è questo - ha raccontato ai microfoni di Sky Sport - quando entravamo in campo con la Primavera, mister Ussello ci diceva che quando passavamo là sotto, quelli lassù ci guardavano.
Era il massimo che potevi provare".
L'ex attaccante granata, parlando di Mazzola, ha spiegato: "Penso che Valentino potrebbe giocare anche oggi, era un giocatore totale in un calcio totale. Questo benedetto possesso palla che si fa oggi si chiama melina, ovvero perdere tempo; una volta si tirava molto di più, 60-70 volte a partita.
È questa la differenza tra quel calcio e quello di oggi".
Pulici si è soffermato anche sulla squadra granata di oggi: "Dico sempre che spero che il Torino vada in una Coppa. Quando hanno giocato in Coppa Uefa c'era lo stadio stracolmo, ora ne vengono di meno: più sei in alto e più vengono a vederti. Valentino è stato un un capitano fondamentale per il Torino - ha proseguito l'ex centravanti - Quando sono arrivato qui il suo ricordo mi ha fatto capire cosa volesse dire essere del Toro.
Questa mentalità deve essere trasmessa al Toro da chi l'ha vissuta. Per me essere paragonato a quei fenomeni è stato qualcosa di eccezionale, trasmetterlo ancora adesso a dei bambini è fondamentale".