Le ultime resistenze degli juventini scettici rischiano di crollare una volta per tutte col vento che soffia da Londra. Vento molto forte, che spazza via tutti i dubbi. Il Chelsea ha liberato Maurizio Sarri dalle catene del contratto. È la mossa decisiva attesa da giorni, il preludio formale all'ormai scontata evoluzione degli eventi: lo sbarco dell' ex tecnico del Napoli sulla panchina bianconera.
A certificarlo questa volta è stato il The Guardian che ieri ha raccontato di un incontro risolutivo avvenuto a Londra tra il procuratore di Sarri, Fali Ramadani, e i dirigenti del Blues. C'erano da sbrogliare le matasse di un contratto con scadenza giugno 2020 e le parti sono arrivate ad un accordo, tanto che il presidente Abramovich non pretenderà alcun indennizzo dalla Juventus. Domani, o al più tardi martedì, i bianconeri annunceranno Sarri come erede di Massimiliano Allegri che, nelle ultime ore, ha scalato le gerarchie per fare lo stesso percorso, ma in senso inverso.
Panchina Chelsea, i possibili sostituti
Frank Lampard, fresco di promozione con il suo Derby County, resta il favorito numero uno per il trono di Stamford Bridge, ma attenzione al vecchio Max che potrebbe immolare la tanto decantata pausa di riflessione sull'altare di un progetto così ambizioso come quello del Chelsea. Ha sacrificato qualsiasi tipo di resistenza, invece, Sarri, smanioso di azzannare l'occasione di una vita, con buona pace dell' Italia napoletana pronta a riservargli l'accoglienza dei traditori. Chi sta vicino al tecnico toscano descrive un uomo elettrizzato dall'idea di misurarsi in questa nuova avventura. Sa che sulla strada di Torino non troverà tappeti rossi: l'affetto del nuovo popolo bianconero andrà conquistato con calma, sperando che l'ingresso molto probabile di Barzagli nello staff acceleri il processo.
Ma Sarri ha la scorza dura, rafforzata da un anno durissimo in una Londra che non lo ha mai apprezzato (basti pensare che nei primi mesi del 2019 i tifosi blues misero in vendita gli abbonamenti). Lui si è isolato da tutti, ha retto ogni scossone e alla fine ha avuto ragione: l'Europa League vinta e un terzo posto in Premier dal valore altissimo, perché ottenuto dietro la corazzata City e i campioni d'Europa del Liverpool.
Rischiano di doversi arrendere, a questo punto, i seguaci del sogno guardiolano, nutrita frangia del tifo bianconero convinta che il mitologo Pep possa davvero sbarcare a Torino, nonostante negli ultimi giorni il diretto interessato e il City abbiano riversato tonnellate di smentite sopra le speranze juventine.
Fino a quando il fair play finanziario terrà in ostaggio le ambizioni dei citiziens al grido di senza Champions, Guardiola se ne va, una parte del popolo bianconero continuerà a coltivare il più suggestivo degli scenari.