Il 3 ottobre 2019 Claudio Marchisio, dopo una stagione allo Zenit di San Pietroburgo, ha deciso di annunciare, a soli 33 anni, il suo ritiro proprio in quella che è stata da sempre la sua seconda casa: l'Allianz Stadium. Una decisione "importante e ponderata, ma molto difficile", come ha dichiarato l'ormai ex centrocampista nella sala "Gianni e Umberto Agnelli" dello stadio di Torino.

Poi su Instagram ha scritto: "Avevo fatto una promessa al bambino che sognava di diventare un calciatore. Avrei continuato a giocare fino a quando, mettendo piede in campo, avessi sentito la meraviglia del sogno che si stava avverando.

Negli ultimi mesi ho vissuto un contrasto tra mente e cuore e ho capito che stavo venendo meno alla mia promessa. Ci sono momenti in cui è giusto che il cuore prevalga sulla mente, per questo preferisco fermarmi."

Una vita in bianconero

Una vita in bianconero per il centrocampista di Torino, dalle giovanili fino all'esaudirsi del suo sogno più grande: il primo gol in Serie A, il 24 gennaio 2009, contro la Fiorentina, su assist del suo idolo Alessandro Del Piero. Da quel giorno la vita di Claudio Marchisio cambia: si conquista il posto da titolare fino a diventare l'idolo dei suoi tifosi, tanto che verrà soprannominato, per il suo modo elegante di giocare, "Principino". La sua definitiva affermazione, però, coincide con uno dei periodi più bui della storia bianconera, ovvero gli anni dei due settimi posti consecutivi (stagioni 2009/2010, 2010/2011).

Ma nella stagione 2011/2012 la società decide di rifondare tutto: nuovo stadio, nuovi giocatori, nuovo allenatore, ma la costante è proprio lui: Claudio Marchisio.

Nel buio e nella luce, il Principino c'è sempre stato: dal gol all'esordio allo Juventus Stadium alla doppietta contro il Milan, dal gol a San Siro contro l'Inter alla conquista del suo primo scudetto; dal suo primo gol in Champions League fino alla finale di Berlino contro il Barcellona.

Marchisio si rivela fondamentale per i colori bianconeri: sempre leale, nessun errore, nessuna macchia, nessun tradimento. Ma il 17 aprile 2016 qualcosa stravolgerà la sua carriera: nella gara interna contro il Palermo, arriva la rottura del crociato, che non solo gli farà concludere in anticipo la stagione bianconera, ma gli farà saltare anche gli europei con la nazionale italiana.

Marchisio però non molla e si impegna per tornare in campo il più presto possibile. Dopo 6 mesi dal terribile infortunio, Claudio torna a disputare una gara ufficiale. Tutto sembra procedere al meglio, tanto che Marchisio ritrova anche la via della rete, con il gol nella trasferta di Siviglia in Champions League. La stagione 2016/2017 però si rivela molto difficoltosa: ritornano i problemi fisici e il minutaggio si rivela inferiore al previsto. La Juventus arriva in finale di Champions League contro il Real Madrid, ma Marchisio, ormai ha perso il posto da titolare e si ritrova in panchina. L'esito della finale di Cardiff si rivela nuovamente deludente, così come si rivela per lui sotto le attese la successiva, nonché ultima, stagione del 'Principino' con i colori bianconeri, stagione flagellata da problemi fisici che lo costringeranno a un ruolo non da protagonista.

Il principino, dopo 25 anni di militanza in maglia bianconera, il 17 agosto 2018 rescinde consensualmente il contratto che lo legava al club.

Con un torneo di Viareggio, un campionato primavera, un campionato di Serie B, 7 campionati (consecutivi) di Serie A, 4 coppe Italia, 3 supercoppe italiane, Claudio Marchisio saluta la Juventus scrivendo circa un quinto della storia della Juventus.

Oltre ai trofei, oltre ai gol, oltre alle vittorie, i tifosi della Juventus hanno potuto ammirare una persona esemplare, dotata di grande sportività e lealtà, che ha incarnato i colori bianconeri come pochi sono stati in grado di fare.