Sono passati tanti, tantissimi giorni da quel 9 marzo, da Brescia-Sassuolo che è stata l'ultima partita di Serie A disputata da quasi due mesi. Da quell'andrà tutto bene sventolato da Francesco Caputo, che ha fatto passare il messaggio molto più di tanti politici, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ma le partite non sono ancora ricominciate e, ad oggi, non si sa se e quando riprenderanno.

Serie A, Tommasi spinge per la ripresa

Damiano Tommasi, presidente dell'associazione italiana calciatori, ha esposto le sue perplessità in merito alla decisione del governo di non concedere agli sport di squadra una ripresa degli allenamenti.

A suo dire per gli atleti rimanere in forma è fondamentale e se le sessioni si dovessero svolgere individualmente, in strutture dove i calciatori potrebbero essere seguiti attentamente, il rischio contagi potrebbe essere tenuto sotto controllo. Usando un paragone ciclistico, Tommasi ha dichiarato che riprendere il campionato sarebbe come affrontare la storica tappa dello Zoncolan al Giro d'Italia, dove la ripida salita presenta il rischio di mettere un piede a terra e dunque mollare. In conclusione della sua intervista, rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l'ex giocatore della Roma ha sottolineato come una ripresa del campionato potrebbe tuttavia rappresentare per tutto il paese una rinascita.

Serie A, le parole di Spadafora propongono parecchi dubbi sulla ripresa del torneo

Nel corso della trasmissione 'Omnibus' è intervenuto anche il Ministro dello Sport Spadafora che ha parlato di una possibile ripartenza con toni pessimisti: "Vedo il sentiero per la ripresa della Serie A sempre più stretto. In queste ore sono in corso contatti tra il comitato tecnico-scientifico e la FIGC che aveva presentato un protocollo per gli allenamenti ritenuto dal comitato non sufficiente.

Ma ripresa degli allenamenti non significa ripresa del campionato".

Spadafora si è detto stupito degli attacchi ricevuti da alcuni presidenti delle società di A che lo hanno accusato di voler di trascurare o mettere in secondo piano il calcio: "Sarei folle a demonizzare il calcio, sennò l'anno prossimo mancherebbero le risorse".

Il consiglio arrivato dal numero uno dello sport e rivolto alle squadre della massima serie è quello di preparare dei piani di lavoro accettabili e di allestire in alternativa delle vie differenti da quelle della ripresa del torneo: "Se non vogliamo avere incertezze basterà seguire la linea di Francia e Olanda che hanno fermato tutto, noi invece vogliamo dare ancora una speranza".

Serie A, le conseguenze in caso di mancata ripresa

Se il campionato non dovesse concludersi la Lega dovrebbe varare un protocollo per stabilire le conseguenze dell'interruzione che potrebbe prevedere la mancata assegnazione dello scudetto, provvedimento che ha pochi precedenti nella storia della Serie A. A quel punto potrebbero inoltre essere congelate le retrocessioni e la Serie A potrebbe diventare temporaneamente di 22 squadre accogliendo le prime due dell'attuale classifica di Serie B, il Benevento e il Crotone. Interrompere il campionato significherebbe però fare i conti con i mancati introiti dai diritti tv, il danno potrebbe essere incalcolabile.