Ci sono tormentoni calcistici che non passano mai di moda e quello del Brasile del 1982 ci tocca molto da vicino visto che la selecao di Telé Santana, ritenuta la grande favorita ai Mondiali di Spagna, venne eliminata nei quarti di finale dall'Italia in seguito alla storica tripletta di Paolo Rossi. Parecchi tifosi brasiliani sono ancora increduli per quella sconfitta alla quale hanno cercato, in questi quasi quattro decenni, di dare una corretta motivazione. Il leitmotiv viene ora rispolverato grazie a un tweet di Zico che decide di omaggiare il suo grande amico-rivale Roberto Dinamite.

A cavallo tra gli anni '70 e '80 furono avversari di infuocati derby a Rio, Zico con la maglia del Flamengo e Roberto con quella del Vasco da Gama, ma anche compagni di nazionale, ma quel torneo iridato spagnolo il secondo lo vide da spettatore pur essendo tra i 22 verdeoro abili arruolati. Il 'galinho' non aveva certamente intenzione di riaprire l'eterno dibattito 'Mundial', ha semplicemente postato una foto che li vede insieme che a sua volta è stata re-twittata da Roberto. Ma tutte le volte che li vedono fianco a fianco, tifosi e appassionati di calcio non possono a fare a meno di pensare a cosa sarebbe stato il Brasile con 'Dinamite' al posto di Serginho, accanto a Zico e agli altri fuoriclasse di quella splendida squadra.

Il tweet del 'galinho'

"Io e il mio amico Dinamite poniamo le nostre mani a Toca do Vinicius, Ipanema. Nostalgia e tanti gol in questa coppia". Questa la didascalia che Zico pone a corredo di una foto che li vede entrambi nello storico negozio musicale di Rio de Janeiro, in una posa che fa il verso a quella delle grandi star di Hollywood.

La foto è stata dunque re-twittata dall'ex attaccante del 'Bacalhau': "Bel ricordo, galo! Amicizia al di sopra della rivalità, sempre un piacere stare al tuo fianco".

L'eterno dibattito sul 'Brasile bellissimo, ma perdente'

Su quel Brasile, bello ma incompleto, c'è un dibattito che dura da quasi quarant'anni: ci voleva un altro portiere o mancava un difensore centrale di alto livello, oppure non c'era un vero 'volante' (mediano) a centrocampo che non è mai mancato alle nazionali brasiliane campioni del mondo.

Questi alcuni dei tormentoni, ma in tanti hanno puntato il dito sul centravanti Serginho che disputò un mondiale sottotono e si fece notare più per gli errori in area di rigore che per il suo contributo al reparto avanzato.

Critici e nostalgici in tutti questi anni hanno sempre evidenziato che nella rosa dei convocati di Santana c'era anche Roberto Dinamite che non venne mai utilizzato dal CT, scarsa considerazione invero sorprendente per uno degli attaccanti più prolifici della storia del calcio brasiliano, autentico idolo del Vasco da Gama. Parecchi tifosi brasiliani, dunque, non hanno mai "perdonato" Santana per il suo mancato utilizzo.

Critiche e rimpianti

Dunque, vedendo insieme Zico e Roberto Dinamite che in due, tra club e nazionale, hanno realizzato oltre mille gol, alcuni followers non possono trattenersi.

"Avevano tutto per brillare ai Mondiali di Spagna, ma Telé ha preferito Serginho Chulapa. Il resto è storia", è il commento di Marcelo Campos. Poi si passa da chi definisce "estremamente sbagliate le convocazioni del 1982" a chi ricorda quanto di buono fatto da Santana alla guida del San Paolo, ma ne sottolinea la "cabeça dura" con la nazionale.

Arriva inoltre il beneficio di un appassionato di statistica. "Ieri ho fatto i conti: insieme hanno giocato 26 partite con la nazionale, con 20 vittorie e sei pareggi. Zico ha segnato 19 gol e Roberto 18, tra il 1976 e l'82", scrive Eduardo Lamas.

Per un altro tifoso si tratta della coppia d'attacca più forte della storia del Brasile, dopo quella assolutamente 'mitologica' composta da Pelé e Garrincha.

Alexandre Iglesias mette il duo Zico-Roberto Dinamite alla pari con Bebeto-Romario e Ronaldo-Rivaldo, protagonisti delle ultime due 'accoppiate' dei titoli mondiali del 1994 e 2002. "Solo Telé non l'ha visto" è la sua amara considerazione. I commenti in proposito sono tantissimi, ma come già sottolineato è un dibattito che anima il calcio brasiliano da quasi quarant'anni.

Lo stesso Roberto, in un'intervista rilasciata a Tuttomercatoweb lo scorso maggio, aveva gettato legna sul fuoco: "La fortuna dell'Italia è che io non giocai", ha detto con un pizzico di rimpianto, forse l'unico della sua straordinaria carriera.