Non ci dovrebbero essere rischi per la Juventus, almeno dal punto di vista sportivo, dopo che procura di Roma ha avviato un nuovo fascicolo di indagine relativo al bilancio della società bianconera al 30 giugno 2022

L'attenzione degli inquirenti si concentra sul bilancio relativo alla stagione 2021/2022, in particolare sulla nota integrativa prodotta a fine novembre 2022 durante un consiglio d'amministrazione straordinario, che peraltro coincise con le dimissioni di tutti i vertici del club, tra cui quelle dell'ex presidente della Juventus Andrea Agnelli.

La Juventus al momento non rischierebbe sanzioni dal punto di vista sportivo

In questi giorni la procura di Roma ha chiuso le indagini relative ai conti della Juventus dopo la trasmissione degli atti, decisa dalla Cassazione lo scorso 6 settembre, che aveva dichiarato l'incompetenza territoriale di Torino. I pm romani - dopo aver acquisito gli atti e svolto ulteriori indagini - hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini, il 415 bis, agli indagati, i cui nomi non sono stati diffusi. Le accuse, a vario titolo, contestate sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.

L'indagine è nuova rispetto ai faldoni dell'inchiesta "Prisma", ma le ipotesi accusatorie del nuovo fascicolo sono le stesse già prospettate dalla Procura di Torino in passato e confermate da quella di Roma: ossia questioni puramente contabili iscritte negli esercizi 2019-2020 e 2020-2021 e ora contestate anche al bilancio chiuso al 30 giugno 2022.

La Juventus è già stata penalizzata con 10 punti in classifica nella scorsa stagione per il caso delle plusvalenze e ha patteggiato una multa per la "manovra stipendi" attuata durante la pandemia da Covid. Proprio per questo non ci sarebbero elementi nuovi tali da riaprire un'indagine dal punto di vista sportivo a carico del club torinese da parte della Procura Figc.

Una ricostruzione: a settembre c'era stato lo spostamento dell'inchiesta alla Procura di Roma

Il 6 settembre 2023, la Corte di Cassazione si era espressa riguardo alla competenza territoriale del processo legato all'inchiesta "Prisma", coinvolgendo la Juventus e 12 indagati, tra cui anche l'ex presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, e i dirigenti Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene.

La Quinta sezione della Cassazione aveva dichiarato l'incompetenza territoriale della Procura di Torino, portando allo spostamento del processo a Roma, venendo quindi incontro all'eccezione sollevata dagli avvocati difensori degli indagati: essi infatti sostenevano che - nonostante l'ipotesi di reato contestata fosse avvenuta a Torino - la Borsa è situata a Milano e i relativi server si trovano a Roma. Per questo motivo il procedimento prosegue ora nella capitale.