​Nell'udienza del 28 marzo 2025, la Corte Federale d'Appello a Sezioni Unite ha respinto il reclamo presentato dal Taranto Football Club 1927 contro l'esclusione dal campionato di Serie C girone C. È stata quindi confermata la sanzione inflitta il 7 marzo 2025 dal Tribunale Federale Nazionale (TFN), che aveva escluso il club per gravi violazioni amministrative. ​

Taranto, come si è arrivati a questa situazione?

​Il Taranto Football Club ha vissuto negli ultimi mesi una crisi profonda che ha portato alla sua esclusione dal campionato di Serie C.​

Nella stagione 2024-2025, il club ha affrontato gravi problemi economici, tra cui il mancato pagamento degli stipendi e delle tasse federali.

Questi inadempimenti hanno portato a una penalizzazione di 19 punti in classifica, relegando la squadra all'ultimo posto con un saldo negativo di 6 punti. Per evitare l'esclusione dal campionato, il Taranto aveva anche schierato dei giocatori under-19 e disputato le partite casalinghe a porte chiuse. ​

Il 7 marzo 2025, il Tribunale Federale aveva poi ufficialmente escluso il Taranto dal Girone C della Serie C a causa di gravi inadempienze amministrative.

Il rischio di fallimento della società

Oltre all'esclusione dal campionato di Serie C, il Taranto FC 1927 è attualmente coinvolto in procedimenti che potrebbero portare al fallimento della società.​

In particolare una società creditrice ha avviato una causa per il fallimento del club a causa del mancato rispetto di un piano di rientro concordato relativo al pagamento del servizio steward per la stagione 2023/2024.

Nell'udienza pre-fallimentare dell'11 marzo 2025, l'avvocato del Taranto ha richiesto due mesi di tempo per presentare una proposta alternativa alla liquidazione giudiziale. La decisione finale è ora nelle mani del giudice. ​

Tentativi di salvataggio

In risposta alla crisi, il presidente Massimo Giove - già a fine gennaio - aveva proposto l’adozione del concordato preventivo come strumento per ristrutturare il debito ed evitare il fallimento del club.

Questa procedura, prevista dalla legge, consentirebbe alla società di negoziare con i creditori un piano di rientro che possa sostituire la liquidazione giudiziale, offrendo così una possibilità di ripresa e di continuità operativa.

Tuttavia, l’assemblea dei soci, convocata per esaminare e discutere la proposta, aveva messo in luce divisioni interne.