Il panorama delle tasse sulla casa si arricchisce di una nuova terminologia, la IUC, imposta unica comunale che, secondo l'intento del legislatore, comprende tre diversi tributi, l'Imu, imposta di natura patrimoniale, la Tasi e la Tari (entrambe imposte sui servizi).

Di cosa si tratta, pagamenti e scadenze

La nuova imposta sul patrimonio immobiliare, in vigore dal 2014, si basa su due presupposti:

  1. Il possesso di un immobile

  2. La fruizioni di servizi comunali

Introdotta dal Governo Letta, vediamo quali sono le tasse di cui è composta.

L'Imu è la componente patrimoniale del tributo unico e dovrà essere corrisposta dai proprietari di immobili; non è dovuta per le abitazioni principali, i terreni agricoli e fabbricati rurali. Per quanto concerne le seconde case il meccanismo prevede che ciascun comune debba stabilire l'aliquota applicabile, che in media si aggira intorno al 9 per mille, da applicare alla rendita catastale.

Poi abbiamo la Tasi, la componente del tributo dovuta per i servizi indivisibili e richiesta ai cittadini per finanziare ad esempio la manutenzione delle strade, la fognatura, la pubblica illuminazione, la pulizia delle strade. Per calcolare la tassa da pagare è necessario moltiplicare la rendita catastale per un'aliquota dell'1 per mille.

Ciascun comune avrà tuttavia la facoltà di ridurre l'aliquota fino al totale azzeramento oppure alzarla fino al limite del 2.5 per mille. Con il governo Renzi è stata prevista la possibilità per i comuni di determinare un innalzamento della suddetta aliquota, fino ad un massimo di 0.8 pro mille, al fine di finanziare le detrazioni per le famiglie più in difficoltà.

Si tratta dunque di un'iniziativa del governo diretta a finanziare le detrazioni che rimette al comune la facoltà di decidere; e se i comuni non optassero per l'aumento dell'aliquota, potrebbero venire meno le detrazioni? La Tasi dovrà essere pagata per tutti gli immobili, incluse le abitazioni principali, ma sarà soprattutto per le seconde case e gli immobili commerciali che se ne sentirà il forte peso, visto il pagamento dell'Imu previsto per questi ultimi.

Infine la Tari, la tassa sui rifiuti urbani, che si paga per i locali e le aree scoperte a qualunque uso adibiti, produttori di rifiuti urbani, per il cui calcolo si prende come base la superficie calpestabile dell'immobile. Sarà ciascun comune a deliberare circa eventuali ipotesi di riduzione o di esenzione.

Mentre per l'Imu vi saranno le solite scadenze di giugno e dicembre, per Tasi e Tari i comuni non hanno ancora deliberato in merito alle scadenze di pagamento.