Indossava solo un giubbino e un reggiseno, la donna trovata morta ieri in viale Kennedy, lungo il litorale della Plaia, nota zona balneare di Catania. Stando ai primi accertamenti eseguiti dal medico legale, il dottor Cataldo Ruffino, la morte risalirebbe a circa quarantott’ore prima del ritrovamento, avvenuto ieri alle 15:30, in seguito alla segnalazione di una turista straniera che ha avvisato la Guardia di Finanza della presenza del cadavere sulla spiaggia.
Un cadavere adagiato sui sacchi di immondizia
Ad un primo sopralluogo nello stabilimento balneare ancora chiuso, le forze dell’ordine si sono ritrovate di fronte ad una scena raccapricciante: un corpo minuto, ben curato, dalla carnagione chiara e dall’aspetto gradevole era adagiato su un cumulo di sacchi dell’immondizia, come "seduto".
Dalle analisi preliminari, è stato possibile verificare un’età approssimativa di circa 35 anni (tra i 30 e i 40 anni), e una probabile provenienza cinese, poiché non è facile attualmente risalire con certezza alle generalità della donna, che non aveva con sé i documenti, probabilmente sottratti dall’aggressore. Il cadavere non presenterebbe segni di violenza sessuale, tuttavia pare abbia comunque subito una violenta aggressione, provata dalle profonde fratture del cranio e dalle lesioni coperte di macchie di sangue sul viso. Lesioni che fanno giustamente propendere per l’ipotesi di omicidio, per cui la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta, guidata dal sostituto procuratore Antonino Fanara del dipartimento reati contro il patrimonio e le persone, coordinato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.
Giallo sull’identità, sulla dinamica e sul movente dell'atroce delitto
La Procura ha disposto intanto il trasferimento del cadavere nell’obitorio dell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania, in attesa di disporne l’autopsia ed effettuare ulteriori accertamenti circa l'ora esatta del decesso e le cause che l'hanno provocato. Nel frattempo, la polizia scientifica ha eseguito numerosi rilievi sul luogo del ritrovamento e nelle zone circostanti, ma non sono ancora stati ritrovati né i documenti della vittima né i vestiti che indossava oltre a quelli con cui è stata ritrovata.
Sono state rilevate anche le impronte digitali e dei campioni di Dna che permettano di risalire all’identità della donna e degli eventuali aggressori. La Questura di Catania continua ad indagare sulla dinamica e sul movente della drammatica vicenda, tuttora avvolta nel mistero.