Samsung Galaxy Note 7 non ha avuto vita facile: dopo il suo lancio altisonante, promosso a più riprese e a piene forze dalla compagnia coreana, il dispositivo è diventato protagonista delle notizie di cronaca, piuttosto che delle classifiche di vendita. A causa di surriscaldamenti imprevisti, infatti, gli smart device hanno cominciato letteralmente ad esplodere nelle tasche dei loro proprietari. La notizia si è diffusa rapidamente su scala mondiale, con le esplosioni e i surriscaldamenti che si sono fatti abbastanza preoccupanti da spingere numerose compagnie aeree - Alitalia compresa - a bandire il trasporto di Note 7 dai loro voli.

A fronte di questa emergenza, Samsung ha dovuto prendere la drastica decisione di interrompere la produzione del terminale prima e di richiedere il rientro dei prodotti venduti dopo, per l'incolumità dei consumatori.

Il futuro di Note 7 è con un altro nome

La quantità di Note 7 rimasti invenduti, per un prodotto che doveva essere la nuova punta di diamante della cosiddetta "fascia phablet", è sicuramente importante (parliamo di 4,3 milioni di unità), al punto che Greenpeace ha voluto interpellare Samsung per chiedere in che modo saranno smaltiti i materiali e gli smartphone rimasti in magazzino, dopo lo sfortunato lancio.

La compagnia coreana ha quindi delineato il suo piano, che prevede un vero e proprio riciclo di Samsung Galaxy Note 7.

Una volta identificato il problema - che risiedeva nella batteria, ora ridotta in maniera tale da prevenire i surriscaldamenti - i terminali saranno pronti a venire rimessi in vendita ricondizionati, con però un nuovo nome ed un nuovo prezzo. Inoltre, non tutti i mercati vedranno il ritorno di Samsung Galaxy Note 7: Samsung ha fatto sapere che prenderà accordi di Paese in Paese, in base alla normativa locale, anticipando che la vendita dei terminali ricondizionati non è prevista negli Stati Uniti.

Le dichiarazioni di Samsung e Greenpeace

"L'obiettivo dell'introduzione di dispositivi ricondizionati" spiega Samsung a The Verge, "è quello di ridurre e minimizzare il più possibile l'impatto ambientale."In merito ai dettagli relativi alla nuova messa in commercio, l'azienda coreana fa sapere che "i dettagli relativi al prodotto, inclusi il nome, le specifiche tecniche e il prezzo, saranno annunciati una volta che il device sarà disponibile."

Soddisfatta della soluzione Greenpeace, dopo l'irruzione al keynote di Samsung al Mobile World Congress per chiedere chiarezza sullo smaltimento di Note 7: "l'annuncio di Samsung è il primo passo utile che le consente di mostrare una nuova via per il riciclo degli smartphone, a partire da Note 7. Greenpeace si assicurerà che Samsung tenga conto della voci di milioni di nostri sostenitori e che mantenga il suo impegno."

Il futuro di Samsung Galaxy Note 7 è deciso.

In qualsiasi modo vada questo ritorno da prodotto ricondizionato, sicuramente Samsung avrà imparato in che modo non ripetere i medesimi errori con Samsung Galaxy S8, che sta manifestando i primissimi inconvenienti. Niente paura, però: niente esplosioni all'orizzonte.