Sabato il Ministro degli esteri indiano, Salman Khurshid, haescluso che la vicenda dei nostri Marò prigionieri in India, Massimiliano Latorre e SalvatoreGirone, possa essere risolta attraverso un accordo stragiudiziale.

E' un altro duro colpo alla vicenda dei due nostri militaricoinvolti nell'uccisione di due pescatori indiani durante una manovra di difesadella nave Enrica Lexie, avvenuta a circa 20,5 miglia nautiche al largo dellacosta di Kerala il 15 febbraio 2012.

Interrogatorio per gli altri quattro Marò del Team di Sicurezza

Nei giorni scorsi, il Governo italiano aveva espresso ilrifiuto di inviare per un interrogatorio, richiesto dal procuratore indiano GoolamEssaji Vahanvati, i quattro marò colleghi dei prigionieri italiani cheformavano il team di sicurezza della nave.

Per arrivare ad una più veloce chiusura dell'indagine, infatti, laNational Investigation Agency indiana (NIA) si era detta disposta a effettuare l'interrogatorioa Roma.

Ma evidentemente la diplomazia stava lavorando da tempo,come già era trapelato in passato, per costruire un accordo stragiudizialeattraverso cui definire un risarcimento che chiudesse la vicenda e determinasseil ritorno dei marò in Italia.

La porta chiusa dal Ministro degli esteri indiano

Il ministro degli esteri indiano ha però dichiarato sabatoalla stampa, al rientro da una missione in Indonesia come parte delladelegazione al seguito del primo ministro Manmohan Singh, che: "Si tratta di unaquestione penale e non vedo come in una questione penale sia possibile giungeread un accordo stragiudiziale".

Sollecitato sulla possibilità di giungere comunque ad unaccordo stragudiziale ha comunque aggiunto: "Solo il giudice, la corte, puòstabilire un qualche accordo, ed eventualmente intorno agli argomenti checoncernono le spese e faccende simili".

Questa dura presa di posizione si va ad aggiungere allenotizie che vedono posizioni diverse tra la idea della NIA di interrogare inItalia i quattro marò e in contrasto a quanto pare invece venga preferito dal Ministero della giustizia indiano.

Per Girone e Latorre è una questione giudiziaria o politica

Insomma, acque burrascose intorno ai nostri due connazionali,che sembrano però più dettate da esigenze di politica interna indiana che dalnormale senso di giustizia a cui si dovrebbe aspirare intorno ad un cosìdelicato caso internazionale, su cui la Corte indiana aveva anche promesso dichiudere le indagini in un paio di mesi, dopo la passata bufera estiva.

Forse ai Ministri indiani dovrebbe ora rispondere in forzail Governo italiano, con i Ministri degli esteri e della difesa, fortementecoinvolti.