La squadra mobile di Catanzaro in collaborazione con i carabinieri e guardia di finanza sta portando a termine l'operazione: "Never Ending" - senza fine - che la Dda ha destinato a sette persone, dei provvedimenti di fermo, tra i quali esponenti di spicco della criminalità organizzata di Vibo valentia, costringendo tra l'altro, un collaboratore di giustizia a ritirare tutte le testimonianze.

Rapina, lesioni, violenza, minaccia e tentata estorsione, il tutto con l'aggravio della metodologia "'ndranghetista". Sta crollando quel muro di omertà che tante persone si erano costruiti intorno alla loro vita, mettendo però a repentaglio la vita di tanti imprenditori che con la loro onestà, pagavano alla 'ndrangheta, alla criminalità e a tutti coloro che si credevano immortali.

Le prime vicende, partirono nel lontano 2000, quando un testimone di giustizia, Vincenzo Ceravolo denunciò appunto le estorsioni subite, facendo finire sotto processo il capo clan di Limbadi, nel Vibonese e il suo braccio destro Nazzareno Colace, entrambi condannati rispettivamente a 12 e 9 anni di reclusione, con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

 Le sette persone a cui è stato emesso il provvedimento di fermo, in cui due di loro sono irreperibili, sono: Raffaele Fiumara, 60 anni, coinvolto in più di un filone investigativo; Domenico Pardea, 46 anni, di Vibo Valentia; Eugenio Gentiluomo, 59 anni e Rocco De Maio, 43 anni, entrambi di Gioia Tauro; Massimo Patamia, 43 anni, di Taurianova.

Non rispondono alla lista invece Carlo Riso, 35 anni, di Gioia Tauro e Antonio Vaccatello, 49 anni, di Vibo Valentia.

 La cosa più strana di questa vicenda, che ho ritenuto opportuno pubblicare, è che nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro il Questore Marino, ha sottolineato quando segue: "La vicenda nasce da un retroscena che a pensarci bene ha dell'inverosimile, restando del tutto paradossale, perchè queste sette persone condannate nel 2004, non sono state confermate in appello nel 2009 per poi essere annullate dalla cassazione".

Ma la storia che ci lascia un attimo in riflessione e che dal dicembre del 2001, fino ai tempi nostri, il processo purtroppo non è mai stato fissato. Questo ha permesso gli autori di estorsioni, di avvicinarsi alle persone che le avevano minacciate e fatte condannare, ripercuotendo su di loro ancora gravi reati.