Emergono altri e sempre più inquietanti particolari per quanto riguarda la penosa vicenda delle baby-squillo in quel di Roma, quartiere Parioli. Ormai non c'è giorno che non si rimanga stupiti davanti a una notizia nuova per quanto riguarda questo scottante caso. Soprattutto la crudezza della situazione lascia strascichi di disaprovazione enormi, difficili da mandar giù e difficili da giudicare.
La ragazza più grande delle due lolitine, ossia la 16enne, avrebbe dichiarato ma più che altro ammesso che quello che faceva (ossia prostituirsi con uomini adulti) non rappresentava la normalità delle cose, quantunque dalle dichiarazioni emerse e pronunciate davanti ai magistrati, la giovane fanciulla, avrebbe detto di aver guadagnato qualcosa come 500 euro al giorno.
Inoltre la 16enne avrebbe negato fermamente di aver indotto alla prostituzione la sua amica più piccola di 14 anni, anzi durante l'interrogatorio coi pm avrebbe dichiarato che sebbene fosse una ragazzina, la sua compagna sapeva cosa fosse un rapporto sessuale. In pratica non era la prima volta che avrebbe praticato sesso anche prima di essere implicata, suo malgrado, in questa triste storia.
Il guadagno delle lolitine si aggirava dai 100 ai 500 euro al giorno; logicamente il rapporto era instaurato sessualmente con uomini adulti sulla quarantina, molti di loro facoltosi impreditori della Roma-bene. Ed era proprio la ragazza 16enne a gestire tutti i contatti telefonici, che non si limitavano alla sola città di Roma ma andavano da Ponza alla Costa Azzurra, in un iter sessuale molto facoltoso.
Il principio di tutto secondo il racconto della ragazza è stato quello relativo ad internet ossia digitando assieme alla 14enne sua amica su google la frase: "come guadagnare soldi facilmente"; da lì sarebbe partito poi tutto il mare-magnum di incontri e di protettori adescati e adescatori delle due ragazzine, seppur minorenni, non immuni da colpe e non paragonabili tanto per usare un eufemismo a Santa Maria Goretti. Seguiremo ancora questa vicenda come stiamo facendo.