Emergono scenari sempre più inquietanti dal fronte russo. Èil caso di dirlo, la Russia non è unpaese per omosessuali. Il paese degli zar, a venti anni dall'abolizionedell'articolo 121 imposto nel '34, che prevedeva fino a cinque anni di detenzioneper il "reato" di omosessualità, nell'immediato presente risente ancora degliechi staliniani.

Lo scorso gennaio, a ridosso della "Giornata della Memoria"in ricordo della Shoah, Putin havarato un'infausta legge, votata alla quasi unanimità dalla Duma, chestabilisce il divieto di propagandaomosessuale: in pratica sono perseguibili dalla legge manifestanti,artisti, contestatori ma anche semplici cittadini che si dimostrano sensibili aquestioni inerenti ai diritti della comunità LGBT, l'unica minoranza che non ha mai imbracciato le armi controil governo russo.

Una norma dal carattere assurdo e paradossale, che Putinlegittima sostenendo che l'imposizione della legge è mirata a tutelare lecoppie etero e il calo delle nascite che sta esperendo la Russia. La verità,purtroppo, è che in Russia è fortemente radicata l'idea che l'omosessualità siauna malattia, e lo dimostrano i risultati del Levada center, istituto disondaggi indipendente e non governativo, secondo i quali ben il 65% dei russisi è dichiarato favorevole alla decisione del Parlamento, oltre al fatto che i dueterzi del quinto paese più popolato al mondo ascriva quella che è una sempliceinclinazione sessuale alla sfera della patologia.

Non è tutto. Su YouTube, già da diversi mesi, stannocircolando alcuni video aberranti che mostrano torture e umiliazioni ai dannidi ragazzi omosessuali, per la maggior parte dei casi adescati con l'inganno susiti d'incontri.

Alla regia di tali abominevoli scene, un gruppo di matriceneonazista denominato "Occupy Pedophilyaj".

La gang,con il pretesto di stanare tutti i pedofili che si celano dietro gli annuncipersonali sui vari siti internet deputati agli incontri, adesca inveceadolescenti e ragazzi che rispondono ad annunci di persone dello stesso sesso, liobbliga a dichiarare la propria omosessualità a favore di telecamera, dopodichépartono le offese, verbali e fisiche.

Per i membri della gang i confini traomosessualità e pedofilia non sono netti e separati ma sfumati, e si confondonogli uni negli altri. Come sostiene AnzheyKhmitits, uno dei membri: "Per noi i gay e i pedofili sono identici, non c'è alcuna differenza. Non vedo quelle creature come esseri umani.Niente affatto. Sembrano antropomorfi, ma non sono umani.

Sono rivoltanti. Lepersone per strada vengono a stringerci la mano e si rivolgono a noi dicendoci Ben fatto".

Molti passanti non silimitano a meri complimenti. Le violenze, solitamente, si consumano all'internodi appartamenti privati, ma quando le malefatte si verificano in pieno giorno, tral'indifferenza generale, accade che le persone di passaggio si fermino ad aiutarepicchiando o prendendo a calci i poveri malcapitati.

Nel mirino del gruppo, alcuni giorni fa, è finito pure Alexander Bohun, ventiquattrenne gay notoper la sua partecipazione all'edizione ucraina di X-Factor. Nel video che loritrae, il giovane presenta una rasatura al centro del capo su cui è statodipinto un arcobaleno, il torso nudo coperto da scritte denigratorie e stelledi David e un dildo in luogo del microfono.

Accanto a lui, il leader delmovimento, tale MaximMartsinkevich, detto "IlMannaia", un omaccione già noto alle forze dell'ordine per aver urlato "Seig Heil" durante un dibattito, (salutonazista che sta per "Salve vittoria"), azione che gli è costata un triennio diprigionia. Nel sopracitato video, Martsinkevich obbliga il ragazzo adammettere reati pedofili mai commessi e lo sottopone a un rito di "purificazione"versandogli addosso dell'urina.

Il tutto viene sempre filmato e diffuso suicanali di video sharing e su social network come VK.com, su cui è visibile anche il profilo del Mannaia stesso. Nonostantela presenza capillare sul web dei suddetti video nonché l'assolutarintracciabilità di pagine e profili, per mesi il governo e le forze dell'ordinehanno taciuto, sino a quando la comunità irachena in Ucraina ha sporto denunciain seguito a un video in cui Martsinkevich picchia selvaggiamente unostudente iracheno adescato (e umiliato) attraverso il medesimo modus operandi.

Lapolizia ucraina ha aperto un'inchiesta sull'accaduto mentre l'omofobo è fuggitoin Thailandia. Alcune delle sue vittime, intanto, non hanno retto all'umiliazionee si sono suicidate. From Russia with love,è solo un film.