Peggiora la situazione in Egitto nel giorno del terzo anniversario dall'inizio delle rivolte che hanno causato la caduta del governo di Hosni Mubarak. Per ora i dati ufficiali sono di 30 vittime ma le stime sono destinate a salire, in quanto si attendono nuove violenze in tutto il paese. I Fratelli Musulmani hanno infatti chiesto a tutti i propri sostenitori di protestare contro il colpo di Stato del 3 luglio 2013 che ha portato alla deposizione dell'ex presidente Mohamed Morsi.

Già lo scorso venerdì, è iniziata la protesta a Il Cairo, con quattro attentati.

Successivamente le manifestazioni si sono diffuse in altre città egiziane con morti non solo nella capitale ma anche a Giza, Alessandria e Minya. A Suez, una caserma della polizia locale è stata attaccata da un'autobomba che ha provocato il ferimento di almeno nove persone. Nel Sinai, sono deceduti cinque soldati a causa della caduta di un elicottero in circostanze ancora sconosciute, ma con tutta probabilità riconducibili alla guerriglia in atto.

In piazza Tahrir, al Cairo, dove la rivolta contro il regime di Mubarak era stata particolarmente cruenta, alcuni giornalisti sono stati aggrediti e salvati solo dall'intervento della polizia.

Le fonti ufficiali parlano di 30 persone morte durante gli scontri, almeno 47 feriti (cifra che, secondo altri fonti è ben più grave arrivando a 70 persone) e 450 arresti avvenuti in diverse località dell'Egitto. Per evitare il dilagare della protesta, sono stati inviati in piazza Tahrir due tank al fine di disperdere i manifestanti, che in tutta risposta, si sono trasferiti nelle aree limitrofe.