Un altro duro colpo ben assestato alla criminalità organizzata napoletana. La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) ha confiscato un tesoro di ben 5 milioni di euro al boss Giuseppe Setola, autore della strage di Castelvolturno del 2008 e capo dell'ala stragista dei casalesi. Il sequestro è avvenuto per ordine della seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le ricchezze sequestrate al boss della camorra includono appartamenti, una villa, auto, moto, aziende - tra cui "Emiba Costruzioni" -, libretti di risparmio, conti corrente sparsi un po' ovunque tra banche e Poste, rapporti finanziari.

Il boss, pur essendo detenuto a regime di 41 bis nel carcere di Opera, poteva disporre dell'ingente patrimonio perché i beni erano intestati a vari suoi parenti: il fratello Pasquale, la moglie Stefania Martinelli, la cognata Giovanna Baldascino, i loro figli ed altri prestanome.

Setola, detto "Peppe 'o cecat" a causa di un certificato medico che lo dava malato agli occhi, venne per questo portato in ospedale, da dove riuscì a fuggire. Divenne così latitante, fu arrestato nel 2009 e condannato a vari ergastoli.

È autore della strage di Castelvolturno, risalente a settembre 2008, in cui morirono 7 persone, tra cui 6 cittadini ghanesi.

Chiare minacce sono state spedite al pm Cesare Sirignano da parte del boss lo scorso 5 febbraio, mentre quest'ultimo si trovava in videoconferenza al processo che lo vede imputato per estorsione.

" ' O cecat" ha infatti sostenuto che presto il "potere assoluto" del magistrato che ha fatto arrestare tutta la sua famiglia "finirà". Quello stesso giorno l'auto blindata su cui viaggiava il giudice con la sua scorta, è stata seguita da una vettura sospetta lungo l'autostrada Napoli-Roma.