Si è tenuta stamane a Pesaro l'udienza che vede imputato l'avvocato Luca Varani come presunto mandante dell'agguato che lo scorso aprile lasciò sfregiata la sua ex compagna, l'avvocato Lucia Annibali. Il pm Monica Garulli ha richiesto, al termine della requisitoria, 20 anni per Varani e 18 a testa per i presunti esecutori materiali dell'aggressione, Rubin Talaban e Altistin Precetaj. Sarebbero stati proprio i 2 uomini, infatti, a sfregiare il volto di Lucia con l'acido, su incarico del suo ex. È così che si pronuncia Francesco Coli, avvocato della vittima: "Una pena bassa, in Bangladesh 20 anni sono la pena minima.

D'altra parte lo ha ammesso anche il pm, che non poteva chiederne una più alta".

Il processo sta avendo luogo infatti con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il pm ha chiesto quindi il massimo della pena previsto in questi casi, anche se Lucia, a detta del suo avvocato, avrebbe affermato che 20 anni "sono pochi", rispetto ai 37 previsti per il suo ex sommando le imputazioni a suo carico. Il rito abbreviato con relativo sconto di pena è stato applicato anche ai 2 presunti esecutori dell'aggressione, che da 27 anni sono passati a 18.

L'avvocato della donna sostiene anche che la Annibali ha ancora molta paura, come ne aveva sin dai tempi del ricovero a Parma, perché teme che il suo ex possa, tra i vari sconti di pena, essere fuori dal carcere in meno di 10 anni.

"Ha paura che lui voglia portare a termine quello che ha iniziato […] Diciamo che vive in uno stato di apprensione permanente", ha aggiunto il legale della donna. Dopo la requisitoria del pm, l'avvocatessa si è concessa una pausa per uscire fuori dall' aula e salutare le componenti dell'Unione Donne Italiane, che anche in quest'occasione l'hanno sostenuta.

Queste donne, che l'aspettavano fuori dal tribunale, avevano dei cartelli appesi al collo con la scritta: "Noi siamo con Lucia". Una delle donne ha anche chiesto all' avvocato Coli cosa ne penserebbe in caso di una richiesta di pena per l'imputato inferiore ai 20 anni. Il legale ha risposto seccamente che "sarebbe una vergogna".

Fuori dall' aula, Lucia non ha voluto commentare le richieste del pm, anche se, in un intervista rilasciata al TG1, ha affermato che: "Sapere che la Procura avrebbe potuto chiedere 37 anni fa sembrare certamente i 20 anni chiesti pochi.



Però in realtà sono il massimo che il pm poteva chiedere, così come è il massimo quello che la Procura, gli inquirenti e i Carabinieri hanno fatto per me in questi mesi". Il gip di Pesaro Maurizio di Palma ha deciso, al termine della requisitoria dell'avvocato Coli, legale di Lucia, di rinviare la sentenza al 17 marzo, dopo che si saranno espressi gli avvocati dei 3 imputati. Non sarà una sentenza che lascerà indifferente l'opinione pubblica, qualunque essa sia. Perché tocca uno dei temi più scottanti della nostra società: quello della violenza sulle donne.