La notizia ha fatto il giro del web e dei telegiornali, approdando anche nelle trasmissioni di intrattenimento pomeridiano più seguite dal pubblico italiano. Si tratta del caso di Grazia Bruno, la donna di 56 anni, di Villagrazia di Carini, nel palermitano, deceduta i primi di febbraio a seguito dell'aggravarsi di una patologia neoplastica e rimasta per otto giorni in casa, vegliata dai figli, familiari, amici e conoscenti pochè ritenuta vittima di un fenomeno di morte apparente.
Il colorito roseo di Grazia Bruno e l'assenza di rigor mortis hanno spinto, infatti, marito e figli della defunta a rifiutare le esequie in attesa del risveglio, nonostante il parere sfavorevole del medico legale e di quanti tra il personale sanitario chiamato in causa ne avessero dichiarato il decesso, imputando lo "strano caso" probabilmente alle cure mediche a cui era stata precedentemente sottoposta la Bruno.
La famiglia di Grazia, però, ha continuato per una settimana a rifiutare i funerali, adoperandosi anche attraverso internet per cercare conforto in casi analoghi.
Soltanto a metà febbraio, il Sindaco di Villagrazia di Carini, Giuseppe Agrusa, è riuscito a convincere i familiari a far svolgere i funerali della loro congiunta. Tuttavia, ad esequie avvenute, a distanza di un'altra settimana, i parenti sono tornati alla carica affinché venga riaperta la bara di Grazia al fine di controllarne lo stato, convinti che la cara estinta vi sia stata chiusa ancora viva.
Le autorità cimiteriali di Villagrazia di Carini, dal momento che il feretro non è ancora stato tumulato, ma si troverebbe in custodia nei depositi del cimitero della piccola cittadina panormita, avrebbero in questi giorni invitato i familiari di Grazia Bruno a produrre tutta la documentazione necessaria per ottenere non l'esumazione, ma l'apertura della bara.
Il caso di Grazia Bruno, seppellita ancora viva, non sarebbe dunque ancora chiuso. Non si placa neppure tra i compaesani della donna l'eco di una vicenda alimentata da suggestioni e credenze. I familiari attualmente vivono tra l'attesa e il rimpianto.