Muore, a causa di un'overdose, PhilipSeymour Hoffman, 46 anni, un Oscar e una carriera solida, con opportunitàvere, di mettere in mostra il suo sconfinato talento. I fan, come accadesovente, hanno posto rose davanti all'ingresso della sua casa.
Muore e forse si candidaa diventare la prossima stella infelice, un esempio al contrario, un'icona, unvolto da ricordare, che rimanda a noi normali, fuori dallo star system unmonito "ecco, sarà bravo e seguito ma non è riuscito a reggere", una speciedi giustificazione ultima, come per convincerci, come se non fosse conveniente avere un corpo e unviso capaci di collocarsi e calarsi nei personaggi più lontani e non fossecollegato, direttamente, alla capacità camaleontica di un attore di diventarealtro da sé, come se non fosse, probabilmente, questa fragilità, questa sensibilità estrema, lavera assenza da proteggere e gestire per un attore di quel calibro.
Ha girato abbastanza film che lorenderanno indimenticabile - Triple Bogeyon a Par FiveHoledi Amos Poe, Magnolia, Boogie Nights, Il grande Lebowski, Happiness di ToddSolonz, il Dubbio a fianco di MerylStreep - aveva già compiutouna mirabile parabola nel cielo stellato di Hollywood, è lunga la listadelle sue partecipazioni, come protagonista e antagonista, aveva detto sì allesue più intime aspirazioni, da quando aveva deciso di fare questo mestiere,poco più che ragazzino. Fino all'Oscar conquistato per A sangue freddo, nel 2005.
Philip Seymour Hoffman un volto e un corpo fuori dalle misure standard, aveva già fatto molto,non solo nel suo lavoro, come attore e poi regista, ma nell'immaginario, la suafaccia, normale, come l'ha definita lui stesso, è entrata nella vita dellepersone con pazienza e dedizione. È un padre e un marito. Ha avuto e datotanto. I suoi film racconteranno chi è per intere generazioni.