Il giudice Elena Rocci del tribunale penale di Torino ha stamane pronunciato sentenza di condanna nei confronti di undici attivisti No-tav, tra i quali spicca il nome di Beppe Grillo. Le condanne variano da un massimo di 9 mesi di reclusione e 300 euro di multa inflitti al torinese Giorgio Rosetto, fino ad un minimo di 4 mesi comminati a Grillo e ad altri manifestanti, mentre altri dieci imputati sono stati assolti.

I fatti risalgono al 2010 quando, all'interno dell'area dove sarebbe poi sorto il cantiere, i militanti No-tav avevano edificato, grazie ai proventi di una colletta, una piccola baita che fungeva da punto di ritrovo in occasione delle manifestazioni contro la realizzazione della Torino-Lione.

A seguito di un'indagine della magistratura la baita fu poco dopo sottoposta a sequestro per presunto abuso edilizio, ma nel dicembre dello stesso anno alcuni esponenti del movimento No-tav, e tra questi anche il leader del M5S, decisero di entrare dentro il piccolo edificio violando i sigilli sotto gli occhi del capitano dei Carabinieri Stefano Mazzanti, che inutilmente li aveva avvisati che stavano per commettere un reato.

Secca la dichiarazione dell'avvocato Enrico Grillo, cugino e difensore di Beppe Grillo, che attende le motivazioni della sentenza e annuncia ricorso in appello per ottenere almeno la derubricazione del reato dal delitto di violazione di sigilli, per cui vi è stata oggi condanna a quattro mesi di reclusione, alla contravvenzione di inosservanza di provvedimento dell'autorità, che prevede la pena dell'arresto fino a tre mesi o, in alternativa, l'ammenda fino a euro 206.