Papa Francesco lancia il suo personale anatema e assicura l'inferno a tutti coloro i quali, nella vita terrena, si arricchiscono ricorrendo alla corruzione, allo sfruttamento delle persone umane e alla fabbricazione e vendita d'armi. Il pontefice si è espresso duramente contro queste categorie di persone durante l'Udienza generale tenutasi a San Pietro dinanzi a circa 35.000 persone.

Dopo essere stato lontano da alcuni impegni a causa di un'indisposizione, il Santo Padre è riapparso pienamente ristabilito e pronto a "dannare" tutti i malvagi che non hanno amore verso Dio. Prima ha incontrato gli ammalati nella Sala Nervi per evitare che fossero eccessivamente esposti al caldo, poi ha affrontato il tema del settimo dono dello Spirito, il "timore di Dio".

Jorge Mario Bergoglio ha spiegato che, per un vero cristiano, il termine timore non vuol dire "paura" di Dio: il settimo dono è utile all'umanità, affinché questa si renda conto di quanto sia piccola e insignificante di fronte all'eternità di Dio. Per tale motivo, il vero religioso, si abbandona nell'amore immenso del Padre e ci si lascia coccolare, avendo sempre un atteggiamento di lode e riconoscenza nei suoi confronti. Ed è in quest'ambito che si inserisce l'attacco del pontefice verso coloro che nella vita terrena inseguono esclusivamente l'accumulo di denaro e potere anche a discapito degli altri.

Il papa ricorda che queste persone non sono felici, poiché: "Nell'aldilà dovranno rendere conto a Dio" e nel suo regno, quei soldi, quella vanità e quel male che avranno fatto per diventare potenti nel mondo degli umani, non faranno altro che gettarli nella dannazione eterna. In particolare, il Santo Padre punta il dito contro i fabbricanti di armi che fomentano le guerre per guadagnare, le persone che gestiscono la tratta degli esseri umani e i corruttori di qualunque specie. Per loro, stando alle parole di papa Francesco, non ci sarà alcuna felicità.

Di fronte a Dio, l'uomo dovrà portare soltanto amore e il bene che è stato fatto verso gli altri, nient'altro. Infine, in vista della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, il pontefice ricorda che nel mondo ci sono milioni di bimbi costretti a lavorare in condizioni di schiavitù e subendo terribili abusi. Il papa ha lanciato un appello alla comunità internazionale, affinché venga fatto tutto il possibile per liberare tante anime innocenti da queste condizioni terribili: "Tutti insieme contro il lavoro minorile".