"Era calmo"-dice Marita-"ne parlavamo spesso di Yara ma lui non si agitava, non dava alcun segno di squilibrio. In questi anni è stato sempre uguale, non è cambiato, non è diventato più nervoso".

Oltre all'interrogatorio della moglie, è stato concluso anche l'interrogatorio al diretto interessato, Bossetti.

Egli si è dichiarato totalmente estraneo all'accaduto. Bossetti afferma di essere stato a casa quel giorno e di non aver mai visto la ragazzina, ma solo di aver incontrato casualmente il padre di Yara una volta per strada, dopo il tragico evento.

Quel 26 Novembre 2010 il presunto assassino aveva il cellulare spento, ha spiegato ciò dicendo che era scarico. La cosa bizzarra che paragona questo fatto di cronaca nera ad un film di pura invenzione è lo strano intreccio di situazioni che sono venute allo scoperto: infatti con il ritrovamento del DNA di Bossetti sul corpo della fragile Yara (che egli non si spiega come possa essere finito lì) è stata scoperta anche l'incompatibilità del DNA di Giuseppe Bossetti con il padre Giovanni.

Quindi Giuseppe si ritrova di colpo figlio illegittimo o l'ha sempre saputo? Altro indovinello da risolvere in questa fitta rete di misteri.

Emerge poi in questi giorni anche la confessione del fratellino di Yara: "Mia sorella si sentiva osservata, me l'aveva detto, ma nessuno ci aveva dato peso". 

Cosa aveva visto di tanto temibile la piccola Yara? Bossetti è davvero l'assassino?

Speriamo che presto l'anima di quella ragazzina possa avere la giustizia che è stata rubata al suo corpo e alla sua giovane età.