La serie tv Tredici è stata tratta dal romanzo di Jay Asher ed espone temi molto pesanti. C'è chi si scaglia a favore della serie e chi la reputa un mezzo per fare accrescere le stesse cose che vengono denunciate in essa.
Il plot
13 cassette, 13 motivi per cui Hannah Baker si è suicidata nella vasca di casa sua. Questa è la storia, racconta della fine di una ragazza liceale e la mostra nei minimi dettagli, o quasi. Si vede lei spingere sempre più a fondo la lametta nelle vene del suo braccio, tagliarsele, mentre affannata e dolorante si abbandona alla morte.
Nelle puntate si assiste alla vista di immagini che ritraggono gli adolescenti come persone che fanno errori senza pensare alle conseguenze, esseri che non hanno ancora ben capito come funzioni la vita e che non comprendono quanto le loro azioni possano danneggiare gli altri.
Bullismo e violenza, violenza, tradimento ed omertà, sono i 4 elementi chiave di questa serie.
Hannah Baker diventa un modello da imitare
Ok, niente di originale, non è stato il primo Asher a parlare di queste cose, però farlo in questo modo, con l'elemento unico di una vittima che continua a vivere perseguitando chi le ha fatto del male tramite delle musicassette (che non si usano nemmeno più al giorno d'oggi), dobbiamo ammettere che è stato ingegnoso.
Tanto che, se da un lato è stato un modo per far percepire ancora di più ai lettori (e poi spettatori di Netflix) il disagio, il dolore di Hannah, dall'altra parte ha portato delle ragazze ad imitarla, e questa volta nella realtà.
Infatti Selena Gomez (la produttrice) è stata denunciata da un padre che ha visto sua figlia intraprendere lo stesso cammino della protagonista.
La gente si divide
C'è chi pensa che 13 reasons why aiuti chi ha voglia di suicidarsi a non farlo, facendo capire che una via d'uscita c'è sempre, ma anche una buona fetta di persone che pensa l'esatto contrario: Tredici istiga al suicidio! Da quale parte schierarsi?
Di qualsiasi argomento serio si parli c'è lo stesso problema, quando se ne parla in modo così originale si possono comunicare diversi messaggi, si può gestire solo il 50% di quello che si vuole trasmettere, l'altro 50% è elaborazione personale dello spettatore.
Questo deve essere messo in conto quando vengono mostrate immagini forti a dei ragazzi suscettibili a tutto ciò che li circonda.
Un finale diverso
Nel libro, il finale pensato primariamente dallo scrittore era un lieto fine, Hannah provava a suicidarsi ma riuscivano a salvarla!
Una seconda opportunità, ecco, questo era sicuramente il finale perfetto a mio avviso e forse avrebbe messo a tacere un sacco di bocche e non so se ci sarebbe stato anche qualche suicidio in meno a questo punto, però non mi sento affatto di dare colpa ad una serie per quello che succede nel mondo reale. I ragazzi saranno esposti a tantissimo, non solo tramite la TV, ma attraverso vari canali di comunicazione, se non semplicemente vivendo nella realtà.
Ciò a cui li si deve educare è non farsi condizionare, o meglio, lasciare entrare il bello dentro sé di ogni cosa a cui i propri sensi sono esposti e capire mano a mano le scelte da fare e quelle da evitare.
Ecco di cosa realmente ci si deve preoccupare.
Seconda stagione in arrivo
L'argomento chiave della prossima stagione è la redenzione. Si seguirà da vicino il percorso di Bryce Walker e si assisterà alle conseguenze vere della morte di Hannah. Altri argomenti da prendere con le pinze e da cui poter apprendere, i ragazzi devono essere educati alla visione di un prodotto così prezioso per quest'epoca!
Questa serie dovrebbe essere vista con qualcuno di adulto a fianco o nelle scuole, in modo da poter commentare di volta in volta il tutto e da filtrare gli insegnamenti giusti.
Ma a questo ci hanno già pensato gli ideatori di Tredici, questa volta ogni puntata inizierà con un messaggio di avvertimento e post puntata ci sarà un video in cui verranno spiegati i temi trattati.
Dopo questa aggiunta la serie appare completa, un perfetto strumento di educazione, what else?