La mummia di Rosalia Lombardo: storia
Rosalia Lombardo, conosciuta anche con il nome di "La Bella addormentata" è considerata come la mummia meglio consevata al mondo. La bambina, morta all'eta di soli due anni per un'infezione ai bronchi è custodita nelle Catacombe dei Cappuccini a Palermo nel quartiere Cuba. Il corpo di Rosalia, mummificato nel 1920, destò subito sorpresa per il suo stato elevato di conservazione.
La mummia di Rosalia Lombardo ha un viso angelico, capelli biondi e degli zigomi paffutti; i capelli sono ornati da un fiocco giallo. Si può ammirare solo il volto e le palpebre della piccola: la sensazione che si ha alla sua vita è che dorma. Il corpo mummificato è avvolto da una coperta e si conserva proprio nella capella dedicata alla santa da cui prende il nome, Santa Rosalia.
Fu il il padre di Rosalia, alla morte delle piccola, a contattare un imbalsamatore e tassidermista di Palermo, Alfredo Salafia, che nel 1899 ottenne il permesso di sperimentare un innovativo composto da lui stesso inventato e provato fino a quel momento solo sui cadaveri umani nella Scuola Anatomica del prof. Randaccio: una miscela di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico. Il progetto fu in seguito presentato all'Eclectic Medical College di New York e come possiamo notare ebbe davvero un grande successo.
Gli occhi della mummia Rosalia si aprono e si chiudono
Oggi, la mummia Rosalia, ha di nuovo cominciato a far parlare di sé. Gli occhi della Bella addormentata sono stati fotografati a distanza di un minuto nell'arco della giornata, rilevando l'incredibile sorpresa: si aprono e si chiudono a più riprese e nelle foto scattate sembra quasi che ci sia ancora della vita. Le foto sulle palpebre della mummia Rosalia sono state scattate con una sequenza di un minuto (60 secondi) creando un vero e proprio filmato in cui gli occhi, le palpebre della piccola si aprono e si chiudono in un breve movimento. La scoperta ha destato scalpore nella città di Palermo: alcuni gridano al miracolo; altri restano dubbiosi.
La spiegazione degli studiosi: non è un miracolo
Gli studiosi, nell'osservare le differenti foto scattate a più riprese sul volto della mummia Rosalia, hanno evidenziato il fatto che, in effetti l'apertura e la chiusura degli occhi è evidente nelle foto, ma che il fenomento riguarda una particolare reazione tra l'umidità e le luci dell'apparecchio fotografico, che nella procedura di "scatto" generano una foto-decomposizione. Sarebbe proprio il processo fotografico a creare il movimento di apertura e chiusura delle palpebre visibile in tutte le foto scattate con una tempistica di un minuto.