Dopo l'apertura di un'indagine per corruzione nei suoi confronti, Vito Bardi, comandante in seconda della Guardia di Finanza, ha deciso di rompere il silenzio per proclamare la sua innocenza e la piena estraneità ai fatti. L'inchiesta, partita dalla procura di Napoli dopo una denuncia da parte di due imprenditori, ha portato qualche giorno fa ad un blitz che ha visto finire in manette un colonnello della Finanza ed un commercialista. Nel registro degli indagati, invece, sono finiti Emilio Spaziante, già coinvolto nello scandalo Mose a Venezia, e lo stesso Vito Bardi.

Secondo gli inquirenti, il comandante in seconda della Guardia di Finanza, avrebbe agito come referente di un sistema di corruzione che potrebbe riguardare, in un ampio giro di "mazzette", anche altri ufficiali in servizio. Bardi, circa un mese fa, avevo deciso di ritirarsi chiedendo la pensione anticipata. Oggi, dopo aver ricordato l'importanza che giustamente gli organi di stampa e di informazione stanno dando alla vicenda che vede le Fiamme Gialle nell'occhio del ciclone, ha sottolineato di sentire il dovere di ribadire con forza la sua totale estraneità rispetto alle ipotesi di reato avanzate nei suoi confronti. Il militare ha voluto evidenziare come, in 47 anni di onorata carriera, non sia mai venuto meno: "ai più saldi principi di lealtà, trasparenza e rettitudine".

Tuttavia, nel pieno rispetto del lavoro degli inquirenti e della giustizia, Bardi si dichiara pronto affinché questa faccia il suo corso: "con fiducia nell'attività degli inquirenti". Infine, si dice disponibile ad offrire tutti gli elementi necessari per far luce sul caso, certo che al termine delle indagini verrà chiarita la sua posizione e la piena estraneità rispetto all'ipotesi di corruzione che ora pende su di lui.