Dovendo definire in un'unica parola la vita di Gigliola Guerinoni, "passionale" sembrerebbe l'aggettivo più adatto. Eppure, nel 1989, la procura di Savona non ha avuto dubbi: quegli occhi chiari, quello sguardo sfuggente e quel sorriso enigmatico appartengono a una mantide calcolatrice ed assassina.

La vita di Gigliola

Gigliola, all'anagrafe Anna Maria, nasce nell'entroterra ligure il 23 febbraio 1945. Sin dalla sua adolescenza, scopre il piacere di aiutare i più deboli e rendersi utile alla comunità: una breve esperienza prima come assistente in orfanotrofio e poi come infermiera le fanno conoscere il marito Andrea Barillari.

Novella Madame Bovary dei tumultuosi anni '60, Gigliola non si accontenta di una vita così monotona e dozzinale: nonostante la nascita di due figli, abbandona il tetto coniugale e si trasferisce a Cairo Montenotte dove coltiva ambizioni artistiche e viene notata dal facoltoso Ettore Geri. Ettore non ha dubbi: Gigliola è il grande amore della sua vita. Si separa quindi frettolosamente dalla moglie Laura, abbandona la figlia Giovanna e sfrutta tutti i suoi averi pur di compiacere questa amante così giovane, capricciosa e volubile.

La relazione con Pino Gustini e l'incontro con Cesare Brin

In breve tempo anche la relazione con Ettore diventa insoddisfacente per Gigliola. Nonostante la nascita della terza figlia, la donna si diverte a collezionare flirt nei salotti artistici.

Proprio in occasione di una mostra personale, Gigliola incontra Pino Gustini, con cui si sposa pochi mesi dopo. I rapporti con Ettore tuttavia non vengono interrotti: per molte settimane, i tre danno vita ad un ménage chiacchierato che scandalizza l'intera città.

Pino Gustini muore nel 1986, dodici anni dopo che Gigliola, sposandolo, è entrata a far parte dell'asse ereditario.

La scomparsa prematura dell'uomo genera pesanti sospetti a carico della Guerinoni, ma le poche prove, tutte di natura indiziaria, non sono sufficienti a istruire un valido impianto accusatorio.

Un breve periodo di lutto basta a far dimenticare a Gigliola la dipartita di Pino. Nel 1987, la Mantide incontra Cesare Brin con cui avvia l'ennesima relazione.

Come da copione, l'uomo abbandona la famiglia e mette a rischio la propria stabilità economica pur di compiacere le richieste dell'amante.

Il processo

Cesare scompare misteriosamente nell'estate del 1987. Il suo cadavere viene ritrovato poco dopo in una discarica. I colpevoli hanno provato a bruciare il corpo per renderlo irriconoscibile, ma il pedestre tentativo di occultamento non impedisce agli inquirenti di risalire all'identità del defunto e di ipotizzare la causa di morte. Cesare è deceduto di morte violenta e l'arma del delitto è un martello.

In breve tempo, le indagini si concentrano su Gigliola Guerinoni, che nega però ogni coinvolgimento e tenta di sviare le indagini adducendo l'ipotesi di un complotto.

La tesi della Mantide si rivela infondata e, nel 1989, il tribunale di Savona la condanna a 26 anni di reclusione per l'omicidio Brin. L'appello e la corte di Cassazione confermano la pena: considerando la custodia cautelare in carcere durante le fasi del processo, la scarcerazione è fissata per il 2014.

Per molto tempo, la Mantide di Cairo Montenotte non fa parlare di sè. I carceri di Imperia, Opera, Venezia e Roma accolgono la detenuta. Proprio nella città eterna le viene concesso il regime di semilibertà. Oggi, 13 giugno 2014, a 26 anni dall'orribile delitto, Gigliola ha saldato il suo debito con la giustizia.