Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha ordinato "alla Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza"- come si legge nella sua ordinanza -" al reclutamento di n. 4 unità di personale medico per il Pronto Soccorso e n. 3 unità di personale medico per l'U.O.C. di Anestesia e Rianimazione, garantendone la più celere conclusione, in sintonia con i principi fissati dalla legge n. 241 del 1990, in considerazione della assoluta eccezionalità della prospettata situazione attuale di grave pericolo che involge l'intera collettività locale".

Questo perché il blocco del turn-over del personale sanitario, attuato dalla regione Calabria per motivi di bilancio, ha portato ad una situazione tale che il servizio sanitario non sia più in grado di garantire un livello decente di assistenza alla popolazione calabrese.

E' questo un atto straordinario che il sindaco Occhiuto ha disposto in virtù della sua posizione di massima autorità sanitaria della città.

Ma c'è un'altra norma che consente al sindaco di emettere questa ordinanza: si tratta del d.lgs. n. 267/2000 testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, il quale recita che 'Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana'.

Il sindaco di Cosenza ha dimostrato sempre di essere un uomo di azione e il suo gesto ha lo scopo di  spronare coloro i quali devono decidere, ma se la prendono comoda perché non sentono l'urgenza del problema forse perché , fortuna loro, avranno sempre garantita una assistenza sanitaria di qualità. 

Burocrazia lenta 

Il clamoroso atto di Occhiuto non è, comunque, un fulmine a ciel sereno dal momento che, è da tempo che la direzione generale dell'ospedale Annunziata di Cosenza ha iniziato le procedure per acquisire nuovo personale, ma la burocrazia ha affossato tutto.

Lo scorso 26 giugno il prefetto aveva incontrato i vertici sanitari della città Bruzia e aveva avuto assicurazione che la questione era al tavolo del Ministero della Salute e già in quell'occasione si era lanciato l'allarme in relazione al fatto che il "mancato reclutamento dei medici aumenta considerevolmente il rischio clinico".

Emergenza anche a Vibo

Quasi negli stessi momenti situazione di emergenza anche a Vibo Valentia dove cinque medici anestesisti dell'Asp di Vibo Valentia si sono assentati contemporaneamente per malattia dal servizio, segno di una virulenta epidemia in quei territori oppure di una grande voglia di mare in grado di travolgere tutto e tutti.  Le autorità sanitarie vibonesi hanno informato la prefettura e la procura al fine di predisporre un piano volto a garantire i livelli essenziali minimi di assistenza sanitaria ai cittadini.

E' davvero una situazione esplosiva perché nel periodo estivo aumenta la popolazione residente, considerando le migliaia di turisti, e sarebbe auspicabile un aumento del livello delle prestazioni. Invece si va nella direzione opposta con la conseguenza di mettere in serio pericolo l'incolumità della gente. Qualche mese fa fece scalpore l'arrivo di Emergency a Praia a Mare per valutare l'ipotesi di operare sul territorio calabrese. Non era per niente un segnale isolato, evidentemente, alla luce di ciò che sta accadendo adesso. Poiché la sanità calabrese brucia, ogni anno, miliardi di euro, sarebbe auspicabile che qualcuno si ponga il problema di capire dove vadano a finire tutti questi soldi se poi la salute non viene garantita, poiché in Calabria, puoi morire, anche per motivi banali se non trovi medici in grado di curarti.