Pochi sanno che un tempo la struttura urbana milanese era concepita, seguendo lo stile di Vienna, con giardini e parchi ben distribuiti dentro la circonvallazione e c'erano 4 belle ed estese aiuole che davano colore a Piazza Duomo. Col passare del tempo e i vari piani urbanistici che si sono susseguiti, hanno trasformato la piazza come la conosciamo oggi.
A maggio di quest'anno sono iniziati i lavori per abbellire e valorizzare la piazza, centro di ritrovo dei milanesi e meta ambita dei turisti. Qualche giorno fa finalmente è stato inaugurato il primo orto botanico, creato ai piedi della madonnina. Il progetto in piena sintonia con l'Expo 2015, spiega l'assessore alla Qualità della Vita "Chiara Bisconti" durante l'inaugurazione, nasce dall'idea di alcuni progetti che ci hanno sottoposto i milanesi durante il primo Concorso d' idee promosso dal Comune per ridisegnare le aiuole di Piazza Duomo. Il vincitore del bando pubblico è risultato il piano presentato da "Nespoli Vivai di Carugate" in collaborazione con Konica Minolta e con lo studio di architettura Lissoni, che sosterranno i costi per la realizzazione e manutenzione per 3 anni.
Il progetto consiste nel ricreare un orto botanico, in pieno centro, composto da coltivazioni di cereali (grano duro, segale, orzo e grano saraceno) e piante officinali (erbe aromatiche, lavanda, menta, melissa e timo), che si alterneranno a seconda della stagione e due piccoli boschetti composti da carpini e clarodendri. Gli alberi saranno di media grandezza, con altezza massima di 5 metri, che potranno essere utilizzati nei mesi più caldi dai passanti per trovare un po' di refrigerio sotto la loro ombra.
Questo progetto però, ha scatenato le polemiche di alcuni assessori, visto che alla fine le piante crescendo oscureranno i lampioni lasciando la piazza al buio e in previsione che tra tre anni non ci sarà più nessuno che si farà carico delle spese di manutenzione a chi ricadrà l'onere di occuparsene? Il dubbio nasce spontaneo nel pensare che ancora una volta saranno i cittadini milanesi a pagare le conseguenze. E come si dice qui a Milano "fare e disfare è tutto un lavorare...e c'è sempre da pagare" "Fa e disfa l'è tutto un lavurà....e c'è semper da pagà".