Per anni aveva picchiato e maltrattato i figli, fino a quando in una giornata di inizio agosto non ha subìto la loro vendetta, morendo dopo essere stato massacrato con calci e pugni dal figlio maschio di 42 anni. Il corpo di Romano Di Francesco, pregiudicato 69enne di Montecorvino Pugliano in provincia di Salerno, era stato ritrovato carbonizzato dai carabinieri nei pressi di Occiano, sempre nel salernitano. Subito dopo aver rinvenuto il cadavere, nella notte fra il 5 e il 6 agosto, gli inquirenti avevano ascoltato i proprietari terrieri della zona, compresi i pastori, ma non erano riusciti ad avere elementi sufficienti per risalire ai colpevoli del delitto.

Il corpo era in uno stato pietoso: era stato avvolto in un grosso sacco dell'immondizia, mentre la testa era stata coperta con una busta di cellophane, il volto completamente sfigurato. Ai polsi, al collo e alle caviglie sono stati anche trovati dei fili elettrici. Grazie ad una virtopsy, una tac tridimensionale eseguita sul cadavere carbonizzato, si è potuto capire che l'uomo era stato portato ad Occiano quando era già morto. I carabinieri sono risaliti all'identità della vittima quando hanno ricevuto una denuncia di scomparsa da parte della famiglia di Di Francesco.

I due figli, presunti colpevoli dell'omicidio, dopo essere stati rintracciati dalle forze dell'ordine sono crollati e hanno confessato il macabro delitto. Entrambi hanno spiegato che per 40 anni hanno dovuto sopportare vessazioni e maltrattamenti da parte del padre e, dopo l'ennesimo litigio c'è stata la violenta ribellione sfociata nella morte del 69enne. Il figlio, Giancarlo, ha reagito con violenza avventandosi sul padre e colpendolo ripetutamente con calci e pugni. I colpi sono stati così forti da fracassare all'uomo lo sterno, causandone il decesso.

Nella notte fra il 5 e il 6 agosto, Giancarlo e Sara, fratello e sorella, decidono di avvolgere il cadavere in un sacco e di portarlo ad Occiano dove gli danno fuoco per evitarne il riconoscimento. I fermi sono scattati da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Salerno. I due fratelli sono accusati di concorso in omicidio, distruzione e occultamento di cadavere.