Dopo dieci anni dalla morte, il caso di Marco Pantani viene riaperto dalla Procura di Rimini con l'eventualità che si sia trattato di omicidio e non di suicidio. Dopo il ritrovamento del cadavere diPantani pare che le ricerche si siano orientate nella sola ipotesi di overdose e di conseguenza sono stati troppi i particolari tralasciati dagli inquirenti, tanto è vero che fu omesso il rilevamento delle impronte digitali, non fu accertata l'esistenza di una seconda entrata nell'hotel dalla quale si poteva accedere senza essere notati, il ritrovamento di tre giacche nella stanza del Pirata alle quali nessuno si è mai posto la domanda di chi fossero, le varie lesioni riportate sul corpo di Marco in coerenza con una furibonda lite e per finire fu eseguita un'autopsia errata.

Ora in base alla testimonianza della responsabile alla guardiola del Residence Le Rose di quell'epoca, ripercorriamo insieme nel dettaglio le ultime ore di vita di Marco Pantani soprannominato il Pirata.

Nel rapporto della polizia viene riportato quanto ha riferito la responsabile della guardiola in data sabato 14 febbraio 2004 alle ore:10:30: "Pantani dalla stanza dell'hotel la chiamò innervosito sollecitandola di raggiungerlo nella sua camera in quanto vi erano alcune persone che lo infastidivano. La responsabile si precipitò verso la stanza di Marco ma non vedeva e né sentiva alcun schiamazzo, contemporaneamente alla portinaia giunse persino la donna addetta alle pulizie delle stanze, sostenendo di aver da poco bussato alla porta della camera del Pirata, ma nessuno replicava".

La testimone continua dichiarando di essersi recata nella stanza attigua a quella di Marco e di averlo interpellato al telefono domandando che cosa stesse capitando, finalmente Pantani rispose e sempre con un tono di voce agitata e parecchio scontroso riferiva che alcune persone lo stavano importunando. Poco dopo, all'incirca alle ore: 10.55 Marco si rivolge nuovamente alla responsabile sollecitandola di chiamare le forze dell'ordine, a quel punto la portinaia preoccupata chiede a Pantani se stesse bene e lui rispose in maniera più solidale che poteva anche non interpellare i carabinieri.

Verso le ore: 12:30 la responsabile comunica telefonicamente con il proprietario del Residence per informarlo dell'accaduto e subito dopo la donna conclude il suo turno lavorativo. Nel frattempo il titolare dell'hotel informa di quanto è avvenuto il portinaio del turno serale allo scopo di sorvegliare Marco Pantani. L'incaricato alla guardiola si recò nella stanza di Marco e iniziò a bussare ripetutamente alla porta senza però ottenere riscontro, così tenta di accedere nella camera ma scopre che la porta è chiusa dal di dentro.

Arrivati a questo punto il titolare consente di coartare la porta d'ingresso della stanza di Pantani e così la triste scoperta del corpo senza vita del noto Pirata, ritrovato supino vicino al letto in una pozzanghera di sangue, erano le ore: 20:45.

All'arrivo delle forze dell'ordine vengono ritrovati alcuni medicinali, la cocaina e nessuna traccia dei presunti molestatori, inoltre vengono rinvenuti alcuni scritti di Marco Pantani che in una prima impressione sembra non abbiano nessuna logica e che secondo gli inquirenti di allora trapelava palesemente una condizione di difficoltà psicologica. «Colori, uno su tutti rosa arancio come contenta, le rose sono rosa e la rosa rossa è la più contata», annotava Pantani su un biglietto. E su un altro il «pirata» scriveva: «Con tutti Marte e Venere segnano per sentire».