Incompresi, sbeffeggiati, additati quali fanfaroni, i poveri Maya sarebbero sul punto di prendersi la rivincita.
Questo potrebbe accadere se il super flare pronosticato dalla Scienza ufficiale dovesse effettivamente colpire la Terra a breve. Naturalmente in quel caso non potremmo, per ovvie ragioni, condividere la soddisfazione di quelli che l'avevano detto, perché non funzionerebbero più i satelliti, i telefonini, i pc, la tv, le auto e via dicendo. Saremmo tornati al Medioevo, con buona pace di Roberto Vacca che, già negli anni settanta del XX secolo, aveva ipotizzato il crack del sistema tecnologico in questi termini, ritenendolo fragile se soggetto alle imprevedibili forze della natura. Non è la prima volta che gli scienziati e gli studiosi mettono sull'avviso da tempeste solari di dimensioni varie e non è la prima volta che una tempesta solare, un brillamento, generi danni sulla terra. Già verso la metà dell'800, l'astronomo britannico Richard Carrington era stato in grado di identificare un'eruzione solare e la conseguente tempesta di particelle che aveva colpito la Terra, creando molti problemi alle linee telegrafiche, visto che quella era l'unica tecnologia dell'epoca.


L'evento del 1859 (che ha preso il nome dal suo scopritore, divenendo noto, appunto, come "evento di Carrington") non è stato un "unicum". Tempeste solari di forte intensità, con deterioramenti alle strutture elettriche, sono avvenute nel 1921, nel 1989 (tra le immagini in testata quelle di alcuni trasformatori elettrici in Canada letteralmente "cotti" dagli effetti del flare solare) e nel 2003, con la "tempesta di Halloween" che causò interruzioni dei segnali Gps e delle telecomunicazioni. Più vicino a noi il caso del 2012, quando i fisici rilevarono tre distinte espulsioni di massa coronale che collidendo, andarono a formare una mega tempesta geomagnetica; solo per un caso fortuito questa non colpì il nostro pianeta, ma lo sfiorò soltanto, evitando così il collasso di reti elettriche e satelliti per le comunicazioni. Ora l'allarme è ufficiale, non si tratta più soltanto di mere speculazioni: il gruppo di ricerca internazionale "SolarMax", dalle pagine della rivista Physics World, ha lanciato un deciso appello ai Governi della Terra affinché si mettano in atto contromisure immediate in vista di una super tempesta solare in arrivo.


Secondo Ashley Dale dell'università di Bristol, esperto di ingegneria aerospaziale, le conseguenze della tempesta solare potrebbero essere "catastrofiche ed a lungo termine", bloccando sistemi di comunicazione, reti elettriche e buona parte dei trasporti. Quanto al "quando", Dale sostiene che potremmo addirittura essere in ritardo, considerando che la Nasa ha calcolato un intervallo di 150 anni tra una mega tempesta e l'altra e che l'ultimo superflare c'è stato nel 1859. Sulla scia di "SolarMax", in Italia è nato un gruppo di lavoro, la Space Weather Italian Community, che, pur non condividendo del tutto il catastrofismo eccessivo di "SolarMax", si appresta a sviluppare una rete europea per coordinare un qualche tipo di risposta comune in caso di super brillamento in direzione della Terra, anche se bypassare le tecnologie di comunicazione attuali, generando una rete alternativa con sistemi non facilmente influenzabili dagli effetti dell'onda geomagnetica non è affatto semplice (il crack dei telegrafi del 1859 insegna), a meno di voler ricorrere ai piccioni viaggiatori od ai segnali di fumo.