Il web e i social nello specifico sono il mezzo di comunicazione per eccellenza, utilizzati dagli utenti non più soltanto per condividere stati d'animo ed esperienza personali, ma anche dissensi, pareri su un determinato evento. E petizioni online, come quella che in questo momento sta invadendo le Home page degli iscritti ai maggiori social network.
Pomo della discordia è il libro di barzellette sui gay regalato in allegato alla rivista Visto, libro che fa parte di una "collana", mirata a raccogliere i maggiori aneddoti classici a partire da Pierino fino ad arrivare ai Carabinieri.
Ciò che ha suscitato le ire, non soltanto degli omosessuali italiani, ma di chi, leggendo la vignetta in copertina si è reso conto del vero "problema", sarebbe appunto lo scambio di battute avvenuto tra i due personaggi raffigurati:
Gay 1: Ti va di giocare a nascondino?
Gay 2: Ok, se mi trovi mi puoi violentare. Se non mi trovi… sono nell'armadio!
Tale discorso, è stato interpretato come raffigurazione discriminatoria degli omosessuali, considerati fin dalla notte dei tempi come "ossessionati dal sesso", se non che come istigazione alla violenza sessuale. Dall'uscita di tale libro allo scoppio della polemica il passo è stato molto molto breve, con consecutiva diffusione sui social di una petizione online, che chiede il ritiro del libro di barzellette sui gay dalle edicole.
Il direttore di Visto, Roberto Alessi, ha utilizzato i microfoni di Sky Tg 24 e il suo profilo Facebook per dichiararsi "estraneo alla vicenda".
Di ben altro avviso invece è Federico Silvestri, direttore generale di PRS Editore, che reputa le polemiche dilagate sui social come "discriminanti", in quanto, a suo avviso come di chiunque abbia appoggiato l'idea, i gay, all'interno del libro barzellette incriminato, sono oggetto di semplice satira.
Il web è ormai diviso tra i sostenitori della rivista "Visto", che si chiedono il perché di tanto scalpore per quello che viene considerato un semplice libro di barzellette e la comunità omosessuale più altri "pochi eletti", a cui è chiaro che l'indignazione non è nata dalla mancanza di autoironia da parte degli omosessuali, ma ben sì dalla mancanza di rispetto verso di loro, mostrata nel pubblicare tale libro.
Sfogliandone le pagine infatti, non ci si trova di fronte ad ironia sulla categoria, ma ben si a derisione, che è una cosa ben differente.
Il mondo del cinema, come dei libri o delle serie tv, pullula di esempi d'ironia sui gay, ben accettata ed apprezzata da questi: si prenda la serie Will & Grace per esempio, che vanta tra i suoi fan proprio un'enorme fetta di gay. Ma si tratta appunto d'ironia allo stato puro, professata nel migliore dei modi, non di un libro di barzellette contenente una serie di battute squallide e derisorie, pubblicato in un paese dove l'omosessuale è ancora oggetto di discriminazione e nei casi più disperati anche di violenza.