E' un atto d'accusa senza precedenti che lancia Medici Senza Frontiere (Msf) martedì 2 settembre, contro l'immobilismo della comunità internazionale circa l'ascesa dell'epidemia di ebola in Africa occidentale. Il mondo sta "perdendo la battaglia" per contenere "la peggiore epidemia di ebola nella storia", si lamenta la presidente internazionale della Ong, Joanne Liu, in un discorso alle Nazioni Unite a New York ripreso dal quotidiano francese "Le Monde". La responsabile ha direttamente tirato in causa gli Stati: "L'8 agosto, l'Oms ha dichiarato che il focolaio è una "emergenza di sanità pubblica di rilevanza globale", ma questo non ha portato a una significativa risposta. In realtà, gli Stati hanno aderito una sorta di coalizione globale di immobilismo".

La dottoressa Joanne Liu ha esortato la comunità internazionale a finanziare più letti in modo da istituire una rete di ospedali da campo, a inviare personale medico qualificato e a distribuire laboratori volanti in Guinea, Sierra Leone e Liberia. E, leggendo il comunicato emesso contemporaneamente da Medici Senza Frontiere sul suo sito web, si può avere la misura della stanchezza e della solitudine con cui si confrontano le organizzazioni non governative e i ministeri della Salute sul posto.

In particolare, Medici Senza Frontiere evidenzia l'urgenza nella capitale della Liberia, Monrovia, dove "sarebbero necessari 800 posti letto aggiuntivi", ha stimato. "Ogni giorno dobbiamo rifiutare pazienti, perché il nostro centro è pieno", dice Stefan Liljegren, coordinatore di Mfs nell'unità 3 Elwa a Monrovia. Ma vi sono anche la mancanza di spazio nelle cliniche sovraffollate in Liberia e Sierra Leone, i pazienti che muoiono ancora all'interno della loro comunità, aumentando il rischio di contagio, evidenzia anche Msf. "In Sierra Leone, i cadaveri, altamente infetti, marciscono per le strade", insiste l'organizzazione. Il virus, contro il quale non esistono né un trattamento né un vaccino, ha causato più di 1.550 morti su 3.069 casi segnalati lo scorso 26 agosto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra cui 694 in Liberia, in Guinea 430, 422 in Sierra Leone. Al ritmo attuale di contagio, ci vorranno sei-nove mesi e almeno 490 milioni di dollari (373 milioni di euro) per giungere a controllare l'epidemia, che rischia di toccare 20.000 persone, secondo l'OMS.