Il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino, due anni dopo si sarebbe dissolta l'Unione Sovietica, quasi mezzo secolo di guerra fredda credevamo di essercelo lasciato alla spalle in quei giorni. Oggi invece ascoltiamo linguaggi che sembrano arrivare da quel passato di contrapposizione ideologica tra Russia e Nato, e più particolarmente Stati Uniti. La guerra in Ucraina porta a un livello di alta tensione che non si vedeva da almeno trenta anni. Mentre a Minsk si discute di come uscire da questa grave crisi, sul campo di battaglia la situazione è drammatica, peggiorata nel tempo da quando con la deposizione del presidente filorusso Yanukovich è iniziato il conflitto; il parlamento di Kiev ha chiesto l'appoggio delle truppe Nato, con l'esercito costretto a lasciare posizioni e ripiegare dalla zona orientale filorussa.

Qui la goccia che potrebbe aver fatto traboccare il vaso, il segretario generale dell'Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, si è mostrato immediatamente disponibile, dichiarando di pensare a una forza leggera, rapida e precisa nel colpire, Mosca a questo punto fa sapere che, qualora le truppe Nato si avvicinassero ai propri confini, ciò verrà ritenuto "inaccettabile" e degno di " reazione", accusando inoltre gli Stati Uniti, per voce del vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Mikhail Popov, di voler rafforzare il proprio contingente nei Balcani e che quindi l'Ucraina è solo un pretesto.

La dichiarazione del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, preoccupato per gli eventi in Ucraina, ma sicuro dice che non esiste una soluzione militare alla questione, aggiungendo che Russia e Ucraina devono risolvere pacificamente il loro conflitto, non rassicura nessuno e non calma i venti di guerra.

L'invito rivolto alle autorità dei due Paesi sembra polvere nel vento, anche se Putin continua a garantire che non ci sarà un intervento russo in Ucraina. Nel recente consiglio europeo per le nomine, con Federica Mogherini nuova "Lady Pesc", che accusa il Cremlino affermando che per scelta di Mosca non esiste più un " partenariato europeo con la Russia", è stato scelto come Presidente del consiglio europeo il polacco Donald Tusk, crediamo, tra gli innumerevoli motivi, anche per la sua durezza nei confronti di Putin; commemorando a Danzica il 75° anniversario dell'invasione della Polonia da parte della Germania nazista ha evocato che non si ripeta di nuovo un settembre 1939.

Nei prossimi giorni è in programma un summit in Galles, da dove la Nato potrebbe dare vita a una forza di reazione . Il conflitto che sta sconvolgendo l'Ucraina fa intravedere a questo punto scenari imprevedibili, scrive su Facebook il ministro della Difesa ucraino, Valeriy Geletey: " Una grande guerra è arrivata alle nostre porte , una guerra come non la vediamo dal secondo conflitto mondiale", e ancora " Purtroppo le perdite in un conflitto come questo non saranno misurate in centinaia, ma in migliaia e decine di migliaia".