L'offensiva americana continua senza sosta, anche grazie alla nuova coalizione internazionale a sostegno del piano di Obama che prevede numerosi raid aerei e bombardamenti strategici in Siria ed in Iraq. Questa mattina sono stati colpite e distrutte tre raffinerie petrolifere controllate e gestite dallo Stato Islamico nel territorio nord siriano, nei pressi del confine con la Turchia, precisamente vicino alla città di Tal Abyad. Lo rende noto l'Osservatorio siriano dei diritti umani.

Già nelle giornate di giovedì e venerdì altre 12 raffinerie controllate dai terroristi erano state colpite nella zona est del paese, con l'obiettivo di ridurre le risorse che alimentano la ricchezza dello Stato Islamico.

Continuano anche in Iraq i bombardamenti aerei da parte dei Paesi della coalizione contro il terrorismo, capeggiata dagli Stati Uniti. I raid aerei, secondo fonti della sicurezza di Baghdad, avrebbero colpito alcune postazioni riconducibili all'Isis nella cittadina di al Kawyr. Gli ultimi attacchi avrebbero causato la morte di 65 membri dello Stato Islamico in Iraq a sud-est della città di Mosul.

Secondo le forze di sicurezza irachene, durante i bombardamenti più recenti sarebbero rimasti uccisi 20 jihadisti sunniti, che si trovavano all'interno di un complesso di abitazioni nella zona nord di Baghdad.

I caccia dell'alleanza antiterrorista avrebbero colpito anche alcuni edifici considerati covi dei miliziani dello Stato Islamico nelle zone di Bjara e Dhuluia.

Ed intanto, dopo il via libera agli attacchi aerei anche da parte di Londra, il premier turco Erdogan annuncia la sua volontà di partecipazione alla coalizione contro l'Isis e propone un intervento di terra delle forze armate per allontanare alcuni militanti che si troverebbero in una zona di confine tra Siria e Turchia, anche per proteggere i profughi curdi in fuga.

L'Italia, seppur facente parte della coalizione contro il terrorismo, non partecipa ancora attivamente ai bombardamenti, ma contribuisce agli approvvigionamenti di armi.