Stavano effettuando dei lavori per realizzare un gasdotto a Venafro, in provincia di Isernia, quando all'improvviso si sono ritrovati dinanzi ad uno scheletro umano di inestimabile valore storico e culturale. Si tratta dei resti di un bambino della preistoria, esattamente del periodo neolitico, e ciò che ha maggiormente sorpreso gli archeologi è lo stato di conservazione. Lo scheletro, infatti, nonostante sia risalente al XII - XIII millennio a.C., è pressoché intatto: il teschio, le braccia, le costole e le gambe sono perfettamente collegati tra loro; solo i piedi sono consumati, dato che sono rimasti soltanto i talloni e le caviglie.

Nei pressi del luogo dove sono stati scoperti i resti del bambino preistorico, gli archeologi della Soprintendenza del Molise hanno scavato un intero sito risalente al periodo neolitico. Diletta Colombo, responsabile degli scavi, ha dichiarato che si tratta di due insediamenti piuttosto vicini tra loro. Nonostante il lungo corso della storia e altri insediamenti, a partire da quelli dei romani, molti resti di questi villaggi si sono conservati benissimo, probabilmente in seguito ad un'alluvione che ha coperto tutto con un grosso strato di fango che ha fatto in modo che i resti rimanessero pressoché intatti dopo migliaia di anni.

Si possono ammirare ceramiche, resti di un pasto, cacciagione, fondi di capanne e anche un silos, cioè un pozzo ricavato dalla terra, nel quale gli uomini preistorici erano soliti conservare oggetti che per loro erano preziosi come punte di selce, lame di ossidiana e ceramiche. Le sepolture sono le testimonianze che maggiormente stanno interessando gli studiosi: nel secondo villaggio è stato rinvenuto lo scheletro di un adulto, mentre quello del bimbo è stato trovato nel primo sito e rappresenta la più antica testimonianza, in Italia, di un bambino all'interno del suo insediamento.

Una volta avvenuta la straordinaria scoperta, si è provveduto ad asportare tutta la zolla di terra che accoglieva i resti intatti del corpicino del bimbo, per trasportarla in laboratorio dove verranno effettuati dei micro - scavi in piena sicurezza per evitare che le piccole ossa millenarie possano frantumarsi. In un secondo momento verranno effettuate della analisi al radiocarbonio e da qui si valuterà se sarà il caso di eseguire un test del Dna.