L'Isis continua a far parlare di sé ed ancora una volta  lo fa attraverso immagini brutali e comportamenti degni del periodo medioevale. Nuovamente l'Isis sceglie il web per mostrare al mondo il suo orrore. Ed è impressionante l'accostamento fra atteggiamenti medievali e l'uso attento delle nuove tecnologie a fini propagandistici. Dopo i video delle lapidazioni di occidentali, gira in queste ore su internet un nuovo video shock, dove viene  mostrato il rapido processo  di una donna accusata di adulterio e la sua successiva lapidazione.  A rendere il tutto ancora più agghiacciante è la presenza del padre della vittima, fra i suoi assassini.



La donna, che nel video appare coperta in volto e vestita di nero, è accusata di adulterio, o "zina", un crimine molto grave per i jihadisti e per questo passibile di lapidazione, secondo i dettami della sharia, o per lo meno, secondo l'interpretazione che ne danno i militanti dello Stato Islamico. La legge, infatti, prevede la pena di morte in caso di ingiusto omicidio di un musulmano, bestemmia contro Allah, apostasia e adulterio.  Nel video vediamo la donna rivolgersi all'uomo che dovrebbe essere suo padre, per chiedere perdono. Il padre rifiuta  la sua assoluzione alla figlia, fino a quando gli altri uomini presenti non lo convincono altrimenti.

Prima che la lapidazione inizi, la donna in evidente stato di shock, prova ad esprimere un suo pensiero, non del tutto comprensibile.

E' il padre stesso della vitima a legargli in vita una corda, costringerla a sdraiarsi e dare inizio alla macabra esecuzione. Secondo i militanti dell'Isis questo video dovrebbe essere un chiaro messaggio per tutti i fedeli, ed un invito a non lasciare sole le proprie donne per troppo tempo, perchè altrimenti il male verrà a tentarle.



Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti umani, la barbara condanna a morte, è avvenuta in una zona rurale della Siria, controllata dagli estremisti islamici, nella provincia di Hama, nel mese di  agosto o settembre. L'opposizione siriana, dal suo esilio, ha aspramente condannato questa crudeltà.