Mentre prosegue l'assalto alla città di Kobane, i terroristi dell'ISIS continuano a minacciare il potere occidentale del Vaticano e dell'Occidente in generale. Due le minacce: una lanciata dalla rivista online DABIQ, che pubblica un fotomontaggio riportante una bandiera nera dell'Isis che sventola sulla sommità dell' Obelisco di piazza San Pietro a Roma; l'altra minaccia è rivolta al social network Twitter ed in particolare ai suoi dirigenti.

La bandiera nera su piazza San Pietro

La rivista online DABIQ è al momento alla sua quarta uscita. Si tratta di un giornale propagandista islamico, le cui copertine inneggiamo alla conquista dell'Occidente.

La rivista abbonda di immagini, che spesso ritraggono paesaggi avvolti da fiamme ed hanno lo scopo di allargare il consenso verso lo stato islamico. Proprio l'ultima edizione, la quarta, riporta in copertina una foto di piazza San Pietro a Roma, con al centro l'obelisco ed al suo apice la bandiera nera dell'Isis. Si tratta logicamente di un fotomontaggio, ma il messaggio diretto a tutto l'Occidente arriva forte: i terroristi vogliono sconfiggere gli invasori Crociati o Romani, è così che definiscono i loro nemici, in riferimento ai massacri subiti durante le Crociate. Già il 22 settembre Abu Muhammad al Adnani, portavoce dello stato islamico, aveva dichiarato di voler conquistare Roma e spezzare le croci col permesso di Allah.

Come già detto, per gli jihadisti Roma è intesa più come centro dell' Occidente che come luogo di per sé, malgrado questo resta comunque la minaccia verso l'Italia, che è probabilmente uno degli obiettivi dei terroristi, almeno per la posizione assunta in passato. Il nome scelto per la rivista è fortemente simbolico. Dabiq è la città sede di quello che viene ricordato come "L'ultimo Califfato".

Lo scopo della rivista è il reclutamento di combattenti, anche in Europa, tant'è che le pubblicazioni esistono in varie lingue, tra cui anche lingue europee.

Le minacce a Twitter

Altra minaccia arriva dal califfo dello stato islamico, Al Baghdadi, che ha condannato a morte i dirigenti del social network Twitter. La loro colpa è quella di bloccare ripetutamente gli account utilizzati dai terroristi per diffondere i messaggi jihadisti di propaganda.

L'Isis si rivela infatti molto esperta nell'utilizzo degli strumenti di nuova generazione, creati proprio dal mondo occidentale. Lo scopo è utilizzare le nostre armi contro noi stessi. Alcuni giorni fa, in Lussemburgo si è svolto un Summit al quale erano presenti i rappresentanti di Usa ed Europa insieme ai rappresentanti dei maggiori social network, tra i quali Facebook, Twitter, Microsoft e Google. Lo scopo era quello di affrontare ed azzerare la propaganda jihadista sui nuovi media. Se Roma è vista dei terroristi come il centro dell'Occidente, il presidente americano Obama è la rappresentazione del male ed i morti causati dai bombardamenti degli alleati sono giustificati come danni collaterali, necessari per sconfiggere il nemico occidentale.