Sabato scorso i jet dell' US Air Force americana hanno attaccato violentemente l'area di Al-Qaim, in Iraq, vicino al confine con la Siria. Si tratta del cuore del territorio ormai divenuto famoso come il Califfato dell' Isis, proclamato dal Califfo Abu Bakr Al Baghdadi lo scorso 29 giugno. Il raid si è concentrato su una decina di blindati e su una costruzione frequentemente utilizzata dai terroristi per incontrarsi ed organizzare gli attacchi, una sorta di Campidoglio dell'Isis.

Ospedale occupato

Le vittime sono tante, testimoni locali affermano che l'ospedale locale sarebbe stato requisito dai terroristi.

Dentro i terroristi feriti, fuori tutti gli altri pazienti che erano in cura prima del raid, lasciati a terra per strada, come bestie. Altra conferma della crudeltà di questi personaggi, come i precedenti attacchi con armi chimiche. Le testate giornalistiche e le tv saudite affermano che anche il Califfo, che loro chiamano Ibrahim, sarebbe stato ferito, mentre sarebbero rimasti vittime il portavoce Abu Muhammad Al Adnani ed altri leader. Nel pomeriggio di sabato arriva però una smentita: sul profilo twitter del portavoce Al Adnani appare una frase in arabo che tradotta dice "Se pensate che il Califfato sia finito con il martirio del Califfo, posso assicurare alla nazione islamica che l'Emiro Abu Bakr al-Baghdadi sta bene e gli auguriamo pronta guarigione".

Lo sceicco invisibile

La cosa certa è che i leader dell'Isis viaggiavano a bordo dei mezzi blindati che sono stati colpiti, non è però certo se siano stati uccisi o solamente feriti. Nel frattempo si moltiplicano, da una parte le accuse alla coalizione, per l'incapacità di fermare un gruppo organizzato di terroristi nel loro territorio malgrado incontri internazionali, dall'altra c'è chi pensa anche che il tweet della smentita sia un fake, inviato al solo scopo di rassicurare i guerriglieri ed amplificare la leggenda dello sceicco invisibile, come viene chiamato Al Baghdadi per le sue capacità di restare nell'ombra per poi riemergere ed infliggere attacchi improvvisi.