Più che una casa di riposo, doveva essere un luogo da incubo quello in cui numerosi anziani si trovavano nei pressi di Isernia, in Molise. Erano ricoverati in quella residenza assistenziale perché ammalati o affetti da problemi psichici, e invece di ricevere cure e assistenza passavano le loro giornate soffrendo per le percosse e i maltrattamenti subiti ad opera del personale sanitario della struttura. I carabinieri hanno scritto la parola "fine" alle sofferenze di questi anziani arrestando circa 13 persone con diverse accuse: da percosse ad abbandono di incapaci.

Grazie ad un'azione coordinata tra i NAS di Campobasso, Napoli, Foggia, Salerno e Bari, insieme ai carabinieri di Isernia e Molise, le forze dell'ordine hanno raggiunto i presunti colpevoli nelle loro residenze sottoponendoli agli arresti domiciliari. Si tratta di una serie di persone che svolgevano lavori da infermieri e operatori socio - sanitari, oltre un medico che sarebbe anch'egli coinvolto nei maltrattamenti ai danni degli anziani ricoverati nella casa di riposo molisana.

L'arresto che ha fatto più scalpore, però, è stato indubbiamente quello di Francesco Rossi, sindaco di Montaquila, la cittadina in provincia di Isernia dove si trova la clinica degli orrori. Il primo cittadino è finito in manette in quanto titolare e proprietario della struttura. Le indagini dei carabinieri sono partite dopo la denuncia da parte dei familiari di un anziano che presentava strani segni e lividi lungo il corpo.

Al termine dell'inchiesta, le forze dell'ordine, in possesso di prove sufficienti, hanno fatto scattare le manette con numerosi capi d'accusa verso i presunti responsabili dei maltrattamenti e dei comportamenti violenti verso gli anziani ammalati. Nello specifico, le accuse sono: maltrattamenti, sequestro di persona, percosse, lesioni e anche abbandono di persone incapaci. Una triste vicenda che ha sconvolto la vita tranquilla del piccolo comune di Montaquila, soprattutto perché è rimasto coinvolto anche il sindaco Francesco Rossi.