La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l'ex ministro Giulio Tremonti ipotizzando il reato di corruzione per il pagamento di una tangente di 2,4 milioni da parte di Finmeccanica.

La tangente sarebbe stata incassata nel 2009, quando Tremonti era ministro dell'economia del governo Berlusconi, sotto forma di una falsa consulenza pagata allo studio "Vitali Romagnoli Piccardi e Associati", di cui Tremonti faceva parte prima di diventare ministro e dove e rientrato al termine del suo lavoro al governo.

LE INDAGINI SU FINMECCANICA

L'indagine della procura milanese fa riferimento all'acquisizione, da parte di Finmeccanica (azienda controllata dal Tesoro), della società statunitense Drs fornitrice di tecnologie militari al Pentagono.

Affare rivelatosi un fallimento per le casse dell'azienda statale in quanto, dopo essere stata pagata 3,4 miliardi di euro, ha visto dimezzarsi il proprio valore in poco tempo.

Inizialmente, il ministro Tremonti aveva espresso parere negativo sull'acquisizione, per poi dare il via libera all'affare.

La tangente, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto proprio la funzione di ammorbidire la sua posizione e ottenere il via libera del ministero all'acquisto della società americana.

L'ipotesi di una tangente era già emersa nel corso di un interrogatorio condotto nel 2010 dal pm romano Paolo Ielo nei confronti dell'ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola, che aveva collegato il cambio di atteggiamento del ministro Tremonti proprio alla fattura milionaria liquidata da Finmeccanica allo studio di consulenza dei soci del ministro.

Ora, evidentemente, i pm milanesi, Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi, sono entrati in possesso di altri elementi che hanno portato all'inevitabile iscrizione dell'ex ministro nel registro degli indagati e a disporre la perquisizione dello studio "Vitali Romagnoli Piccardi e Associati" alla ricerca di ulteriori elementi.

Tremonti: "Mai chiesto nulla"

Sulla vicenda, Tremonti ha dichiarato: "Non ho mai chiesto o sollecitato nulla a Finmeccanica", precisando di essere uscito dallo studio molto prima del suo ingresso al governo e di esserci rientrato nel 2012, un anno dopo la fine del governo, come previsto dalla legge.

Per poter continuare ad indagare sulla vicenda, gli atti dovranno essere trasmessi entro 15 giorni al Tribunale dei ministri di Milano, competente per le autorizzazioni del caso.

Nel frattempo, Tremonti e gli altri indagati, il socio Vitali, l'ex presidente di Finmeccanica, Guarguaglini, e l'ex direttore finanziario della stessa azienda, Pansa, potranno presentare memorie e chiedere di essere ascoltati.