L'operaio di Mapello Giuseppe Bossetti, implicato nel rebus legato alla tragica scomparsa di Yara Gambirasio, continua attraverso i suoi legali a negare quanto gli viene contestato dai giudici inquirenti e si dichiara non colpevole. Il corpo della giovanissima - appena 13 anni - di Brembate di Sopra fu rinvenuto nei pressi di una struttura sportiva che frequentava ogni giorno per praticare ginnastica, uno sport nel quale investiva tutte le sue energie, meritando la stima degli allenatori.



Le ultime news di ottobre 2014 si concentrano preliminarmente sul primo uomo ad essere sospettato dell'omicidio e cioè un marocchino che risponde al nome di Mohamed Fikri.

Dichiarato non responsabile, l'uomo ha ora diritto a un risarcimento pari a 9mila Euro a causa dell'ingiusta detenzione. Chi invece in carcere c'è andato e rimasto fino ad oggi è proprio Bossetti, ristretto da giugno. La novità di oggi è che il giorno 14 ottobre - martedì - è in calendario la nuova udienza sollecitata dai difensori di Bossetti, che rinnoveranno la loro richiesta di vedere scarcerato il loro assistito.



Molto clamore sta inoltre suscitando la decisione di Canale 5 di proporre un film per la tv - in due parti - sul caso. La fiction dovrebbe essere realizzata nelle prossime settimane. Una scelta che è destinata a far discutere, che conferma quanto sia diventato fragile il confine tra fantasia e realtà.



Il caso di Yara Gambirasio e l'alibi (debole) di Bossetti

La piccola Yara è stata assassinata l'ormai lontano 26 novembre 2010 e le indagini, particolarmente laboriose, si sono infine soffermate sull'esame del dna che ha portato a Giuseppe Bossetti. I suoi legali non considerano però attendibile l'esame medesimo. Quale primo alibi, Bossetti spiegò che in quella giornata si trovava dal meccanico per effettuare alcune riparazioni a una vettura nella sua disponibilità. Secondo gli investigatori, invece, tali riparazioni specifiche risalgono a un periodo precedente, regolarmente fatturate dal meccanico a suo tempo indicato da Bossetti. I misteri dunque continuano.