Christopher Hart, presidente del National Trasportation Safety Board ha ipotizzato in una conferenza stampa i motivi che hanno portato alla distruzione la SpaceShipTwo, navicella spaziale privata distrutta durante un volo di prova il 31 ottobre scorso. Sarebbe stato il meccanismo che modifica la struttura della navicella, necessario per un rientro a bassa velocità, ad essere stato utilizzato nel momento sbagliato, ovvero mentre il razzo era in piena accelerazione.
In teoria questo andrebbe utilizzato dopo il raggiungimento dell'apogeo, punto più in alto raggiunto dalla capsula, modificando il piano di coda, che viene spostato sopra l'abitacolo quando il motore ha terminato la spinta.
In questo modo viene spostato il baricentro e modificata l'aerodinamicità, abbassando la velocità di rientro. Ad un'altezza prestabilita il piano di coda viene rimesso a posto, così da poter trasformare la caduta libera in caduta controllata guidando lo spazioplano come se fosse un piccolo aliante senza ali.
Ma sul volo che si è schiantato venerdì, il co-pilota Michael Alsbury avrebbe forse spostato la leva di blocco-sblocco del dispositivo nella posizione di sblocco molto prima, provocando la rottura della struttura per l'improvviso aumento della resistenza. Questo, purtroppo, ha causato la morte dello stesso Alsbury, che non si è sganciato dal seggiolino, mentre il pilota Pete Siebold è riuscito a paracadutarsi ed è ora ricoverato in ospedale per le lesioni subite.
Hart non ha dato spiegazioni particolareggiate per cui il meccanismo di coda è stato attivato prematuramente, ma si sta pensando ad un errore umano. Inoltre il serbatoio del motore non ha subito danni e questo scagiona il motore. In questo momento quindi viene spostata l'attenzione dal nuovo motore ibrido al meccanismo di rientro.
La lunga pausa nei test di volo di SpaceShipTwo con il nuovo propulsore era dovuta alla conclamata mancanza di adeguate prestazioni del motore a razzo che differisce abbastanza dai motori a cui siamo abituati.
Le grandi famiglie di razzi chimici si differiscono tra razzi a propellente solido, come i grandi razzi militari o i booster dello Shuttle o dell'Ariane, dove il combustibile è una miscela di sostanze solide composite che sprigionano, una volta accesi, una grande quantità di gas.
I grandi razzi spaziali impiegano i grandi motori a propellente liquido, molto potenti, che permettono alle capsule ed ai satelliti di uscire dall'atmosfera terrestre. I più grandi bruciano idrogeno ed ossigeno liquidi. Poi ci sono gli ibridi, come quello in questione, che bruciano un propellente solido composito che viene irrorato da un gas che fornisce l'ossigeno per la combustione, di solito viene usato il tetrossido d'azoto. Questo tipo è economico, modulabile nella potenza e quindi nella spinta, ed abbastanza sicuro.