L'Isis mette a segno un colpo rilevante nella guerra intrapresa contro la coalizione internazionale per eliminare i cristiani e imporre sul mondo la legge del "Califfato". I terroristi, infatti, sono riusciti ad abbattere un aereo nemico che sorvolava sui cieli di Raqqa, città siriana che i militanti di Al Baghdadi considerano la capitale dello Stato islamico. Oltre ad aver intercettato e colpito il velivolo militare, gli uomini dell'Isis sono riusciti anche a catturare il pilota, un giordano.
Isis diffonde filmati e foto online della cattura
Nel giro di poco tempo, per annunciare che era riuscito ad abbattere un aereo della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, il movimento fondamentalista dell'Isis ha pubblicato sui social network Twitter e YouTube un video nel quale viene mostrato il momento in cui l'aereo militare viene colpito e precipita al suolo.
Inoltre, i terroristi hanno fatto girare anche delle fotografie in cui si vedono chiaramente le fasi della cattura del prigioniero: un pilota giordano che, per salvarsi la vita, si era lanciato dall'aereo in picchiata col paracadute.
La notizia confermata dal Governo della Giordania
Conferme arrivano anche dal Governo giordano: l'aereo è stato realmente abbattuto nei pressi di Raqqa, nella Siria settentrionale, e il militare che era ai comandi si è paracadutato per evitare di saltare in aria insieme al velivolo. Al momento dell'atterraggio, però, non ha potuto sfuggire alla cattura da parte degli uomini dell'Isis. La Giordania fa parte di quei Paesi che hanno appoggiato gli Stati Uniti nella lotta ai sostenitori dello Stato islamico dell'Isis e da mesi si è unita ai bombardamenti su diverse città della Siria e dell'Iraq.
Da quando è cominciata questa guerra, è la prima volta che i terroristi annunciano ufficialmente di avere abbattuto un aereo nemico e di essere riusciti a catturare un prigioniero ancora vivo. Inutile dire che c'è grande preoccupazione per le sorti di questo cittadino giordano che rischia di essere brutalmente ucciso dagli uomini di Al Baghdadi.